Satnam Singh, a Latina manifestazione contro il caporalato. Landini: "È ora di dire basta"

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Il segretario al corteo nazionale della Cgil: "Le persone costrette a lavorare in nero in Italia sono 3 milioni". Poi attacca: "Abbiamo una quantità di ispettori che possono controllare un'azienda ogni 16 anni". E sottolinea che "uno dei problemi che abbiamo nel nostro Paese si chiama Bossi-Fini, è una legge assurda che va cancellata"

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A Latina è il giorno della manifestazione nazionale della Cgil "Fermiamo un sistema di fare impresa che sfrutta e uccide" contro caporalato, sfruttamento sul lavoro e illegalità, organizzata dal sindacato dopo la morte del bracciante indiano Satnam Singh. Il corteo, composto da funzionari, delegati e militanti del sindacato e delle federazioni di categoria (così come dalle associazioni della società civile), è partito dalle autolinee della città ed è arrivato in piazza della Libertà, dove è intervenuto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini che ha sottolineato che le persone "costrette a lavorare in nero in Italia sono 3 milioni. Stiamo discutendo di tutti i settori e di tutto il Paese, non solo dell'agricoltura. È ora di dire basta, è ora che i governi, le istituzioni ad ogni livello, tutti smettano di fare gli struzzi e di cancellare quelle leggi balorde che in questi anni hanno favorito questo sistema".

Landini: "Cancellare la Bossi-Fini, crea clandestini"

"Uno dei problemi che abbiamo nel nostro Paese si chiama Bossi-Fini, è una legge assurda che va cancellata", ha detto ancora Landini. "È sotto gli occhi di tutti come si gestiscono i flussi: solo a una parte di quelli che vengono qui chiamati a lavorare viene dato il permesso di soggiorno. I dati parlano chiaro, solo al 20% viene dato il permesso di soggiorno. Vuol dire che la Bossi-Fini è una legge che crea clandestini - ha aggiunto il leader della Cgil - Le persone vengono chiamate a lavorare, non gli viene dato il permesso e sono condannate allo sfruttamento e alla clandestinità, a condizioni di vita demenziali nelle baracche, perché mancano le case, mancano i servizi. Bisognerebbe fare una cosa molto semplice: la persona sfruttata, se denuncia il suo sfruttamento, deve avere il diritto di avere subito il permesso di soggiorno e il contratto nazionale".

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Landini: "Il numero di ispettori è bassissimo"

Uno dei problemi per il contrasto al lavoro nero, al caporalato e alle logiche distorte che penalizzano i lavoratori, ha proseguito Landini, è "che il numero di ispettori è bassissimo", e questo "perché hanno tagliato" per cui "c'è una responsabilità" e "se poi sei il governo che fai i condoni fiscali, che permetti l'evasione fiscale e contributiva, è chiaro che tu stai dando un messaggio che ognuno può continuare a fare quello che gli pare: noi abbiamo una quantità di ispettori che possono controllare un'azienda ogni 16 anni, è chiaro che c'è bisogno di un cambiamento". Sui 1.500 ispettori in più annunciati dal governo, Landini ha osservato che "quei numeri lì sono 3 anni che girano, perché in realtà i primi che hanno fatto questa cosa sono anche i governi che c'erano prima di loro. Noi abbiamo detto da tempo che gli ispettori non sono sufficienti perché in questi anni hanno continuato a tagliare e molto spesso chi viene assunto come ispettore dovrebbe poter fare l'ispettore e non un altro lavoro interno perché ci sono delle cose che non funzionano. Quindi benissimo se tutti si son svegliati" ma "è evidente che è necessario assumere l'impegno di un cambiamento: allora basta connivenze politiche, basta coperture, non si deve guardare in faccia a nessuno se si vuol rimettere al centro il lavoro, i diritti e la democrazia del Paese".

Landini: "Vertenza permanente contro il caporalato"

"Oggi siamo scesi in piazza per la morte di Satnam e per noi l'impegno e l'azione contano più delle parole scritte", ha detto Landini dal palco di piazza della Libertà. "La presenza di tutta la Cgil qui oggi ha un obiettivo preciso: aprire una vera e propria vertenza permanente, in ogni luogo di territorio e di lavoro, per sconfiggere caporalato e sfruttamento. Su questi temi vogliamo risposte e produrre un cambiamento. È questo l'unico modo per ricordare Satnam e chiedere giustizia, affinchè nessuno possa più morire di caporalato. Siamo di fronte ad un sistema di fare impresa che sfrutta e uccide le persone, e non riguarda solo l'agricoltura e solo Latina. Queste persone devono essere contrattualizzate e regolarmente pagate: questo significherebbe non solo migliori condizioni di vita per loro, ma anche milioni per il fisco - ha aggiunto - È venuto il momento di agire e di alzare la testa: non solo i lavoratori, ma anche tutti coloro che hanno responsabilità politiche. Ciò che oggi favorisce il lavoro in nero si chiama legge Bossi-Fini. Solo il 20% di chi viene qui a lavorare ha il permesso di soggiorno: il restante 80% è clandestino. Questa legge va cancellata. Infine, i 200 milioni del governo Draghi che devono servire per dare un senso di accoglienza a queste persone rischiano di essere dirottati verso altre istanze".

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Landini: "Nella legge sul caporalato inserire indice di coerenza"

Secondo Landini "nella legge contro il caporalato va inserito l'indice di coerenza. Non può essere che un'azienda che produce tantissimo abbia solamente 3/4 lavoratori sotto contratto". "Inoltre, servono maggiore sicurezza e controlli. Abbiamo raccolto firme per cancellare leggi balorde fatte in questi anni: una persona per essere libera non deve essere clandestina, non deve calare la testa davanti a nessuno, non deve morire sul lavoro. Abbiamo raccolto firme per il referendum contro l'autonomia differenziata, insieme alla Uil", ha aggiunto il segretario della Cgil nel suo intervento conclusivo, citando l'articolo 3 della Costituzione: "Senza uguaglianza e diritto sociale non esiste democrazia, ma l'autoritarismo vissuto dai nostri padri e dalle nostre madri, che hanno vissuto cosa significa la cancellazione dei diritti. Noi non stiamo facendo una battaglia sindacale o di parte, bensì per l'affermazione e l'estensione della democrazia in tutto il Paese, per tutte e per tutti. Non ci fermeremo: la maggioranza di questo Paese deve tornare ad avere consapevolezza di essere tale, e che deve tornare a votare per difendere la nostra democrazia e la nostra libertà".

Conte: "Estirpare il caporalato, istituire omicidio sul lavoro"

In piazza della Libertà presente anche Giuseppe Conte: "Dobbiamo estirpare la piaga del caporalato - ha detto il leader del M5S - Abbiamo bisogno di tanti nuovi ispettori per rafforzare i controlli. Sono stati stanziati 200 milioni del Pnrr per rimuovere gli insediamenti abusivi nei campi, ma non è stato fatto ancora nulla. Eppure, ormai è passato del tempo. Come Movimento 5 Stelle proponiamo l'istituzione dell'omicidio sul lavoro. Il caso di Satnam Singh è emblematico delle responsabilità di un datore di lavoro che lo ha lasciato morire. L'introduzione di questo nuovo reato non è più rinviabile. Infine, il decreto flussi del 2024 è stato un fallimento: dobbiamo provvedere a rimediare".

Sindaca di Latina: "Tolleranza zero per il caporalato"

"È la terza volta che siamo in piazza, con assessori e consiglieri, per ribadire a voce alta una volta per tutte tolleranza zero nei confronti del caporalato", ha detto anche la sindaca di Latina Matilde Celentano in piazza della Libertà. "Noi non ci stiamo ad essere considerati una città e una provincia dove vive il caporalato, una piaga sociale - ha aggiunto - Per questo partecipiamo a tutte le manifestazioni, indipendentemente dagli schieramenti, per dimostrare che siamo contro questo fenomeno, e lo combatteremo in tutti i modi e su tutti i tavoli istituzionali".

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