Secondo i pubblici ministeri Paolo Abbritti e Mario Formisano, l’indagine aveva rivelato come alcuni degli imputati avessero creato una vera e propria rete di sistema per condizionare gran parte delle selezioni pubbliche gestite dall’Azienda ospedaliera di Perugia e da altre aziende sanitarie umbre
L'ex presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, del Pd, è stata condannata a due anni di reclusione dal tribunale di Perugia per due degli episodi contesti nel processo per la presunta manipolazione di concorsi banditi dall'Azienda ospedaliera e dall'Usl 1. Assolta invece "per non avere commesso il fatto" dall'accusa di associazione per delinquere. Reato quest'ultimo del quale sono stati invece ritenuti responsabili l'ex sottosegretario agli Interni, Gianpiero Bocci, condannato a 2 anni e sette mesi e l'allora assessore regionale alla Sanità Luca Barberini, 3 anni, e l'ex direttore amministrativo dell'azienda ospedaliera di Perugia, Maurizio Valorosi, 1 anno che si somma alla condanna con rito alternativo già inflitta.
L’inchiesta era stata avviata nel 2019
Marini e Bocci erano accusati di falso ideologico e materiale, abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio. Per Marini, i sostituti procuratori avevano chiesto due anni di carcere, mentre per Bocci, che era stato presente a tutte le 60 udienze del processo, era stata richiesta una pena di due anni e tre mesi. L’inchiesta, avviata nel 2019, aveva portato alle dimissioni di Marini dalla presidenza della Regione Umbria.
Una rete di sistema
Per i pubblici ministeri Paolo Abbritti e Mario Formisano, l’indagine aveva evidenziato come alcuni degli imputati avessero creato una vera e propria rete di sistema per condizionare gran parte dei concorsi pubblici gestiti dall’Azienda ospedaliera di Perugia e da altre aziende sanitarie umbre. Venivano, di fatto, impartite direttive ai vertici aziendali di nomina politica, affinché i concorsi pubblici venissero manipolati a favore dei candidati da loro indicati.