L’invasione di Venezia: il reale impatto del turismo fotografato dalle celle telefoniche

Cronaca
Raffaele Mastrolonardo

Raffaele Mastrolonardo

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Uno studio italiano getta una luce inedita  sulla pressione a cui è sottoposta la città lagunare per via del sovraffollamento turistico. Arrivano i turisti, fuggono i residenti.

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La folla stipata in Piazza San Marco. I fiumi di gente sul Ponte di Rialto. Quando si parla di turismo in eccesso, un luogo viene in mente più spesso di altri: Venezia. La combinazione di bellezza, spazio ridotto, fragilità e attrattività globale ha reso la città lagunare un simbolo dei rischi connessi al cosiddetto overtourism. 

 

E per quanto l'allarme sia ormai percepito a tutti i livelli e confermato dall’esperienza di chiunque visiti il capoluogo veneto, la dimensione del fenomeno non è facile da quantificare. O almeno non lo era fino a ieri. Perché oggi uno studio realizzato da ricercatori dell’Università Ca’ Foscari e dell’Università di Udine, condotto attraverso i dati delle celle telefoniche, offre una prospettiva più precisa della situazione, dei rischi e pure delle possibili soluzioni. 

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Turisti 1 - Residenti 0

Ma andiamo per ordine. I numeri totali, innanzitutto, che pur nella loro semplicità sono già rivelatori. I dati delle celle telefoniche analizzati dallo studio permettono infatti di scoprire che in un giorno medio del 2022 il centro storico di Venezia, vale a dire l’area coperta dai sei sestieri tradizionali della città, è stato visitato da poco più di 175mila persone. Centosettantacinquemila. Per capire la portata della cifra basta dire che i residenti ufficiali della zona sarebbero circa 48mila. 

 

L’interesse dei dati, però, non risiede solo nelle cifre complessive, per quanto impressionanti. Sta anche e soprattutto nella loro composizione. I ricercatori sono infatti riusciti a distinguere le varie tipologie di frequentatori della città e a misurarli come mai era stato fatto prima. Il risultato? In un giorno medio del 2022 - dice la ricerca - i residenti del centro storico di Venezia, coloro che possiamo ragionevolmente ipotizzare vivano lì regolarmente, ammontavano a 58mila. Significa 10mila in più rispetto al numero ufficiale. A questi, racconta sempre lo studio di Ca’ Foscari e dell’Università di Udine, vanno aggiunti circa 22mila commuters, ovvero soggetti che si recano giornalmente nell’area per ragioni di lavoro. Facendo i conti, tra gli uni e gli altri, si tratta grosso modo di 80mila persone. 

 

Ma è l’altra parte dell’insieme dei dati analizzati, quella relativa ai forestieri, ad essere ancora più rivelatrice. Sempre in un giorno medio del 2022, infatti, nelle calli della città circolavano, secondo le celle telefoniche, 32mila turisti, definiti come individui che hanno trascorso almeno una notte entro i confini del centro storico prima di abbandonarlo. Sembrerebbero già molti così ma in realtà sono ancora di più. A questi, ai “turisti” veri e propri, infatti, bisogna aggiungere i visitatori giornalieri. Non dormono in città, arrivano da fuori, visitano per una giornata e poi se ne vanno. Quanti sono? Tanti. Quasi il doppio dei primi: circa 61mila. Insomma, quotidianamente nella città più bella del mondo (o tra le più belle) si ritrovano, in media, più turisti che residenti e lavoratori: circa 93mila contro 80mila. 

 

La politica del turismo

Proprio il dato dei visitatori giornalieri è, a detta dei ricercatori, particolarmente importante. I frequentatori “mordi e fuggi” sono notoriamente difficili da catturare e finiscono per diventare spesso degli oggetti misteriosi. “Sfuggono a tutte le statistiche ufficiali. Sappiamo che ci sono ma non sapevamo, almeno fino ad ora, quanti sono”, spiega Dario Bertocchi, geografo del turismo presso l’Università di Udine tra gli autori della ricerca. Conoscere il loro numero può aiutare a gestire meglio gli arrivi. Non solo a Venezia. “Il dato dei visitatori è interessante soprattutto per gli stranieri: si tratta di persone che non pernottano a Venezia ma in località non molto lontane e sapere quando arrivano, da cosa sono attratti, diventa un elemento cruciale da tenere presente in vista della pianificazione turistica regionale”. 

 

C’è infine un altro aspetto che rende la ricerca potenzialmente utile per la pianificazione: l’analisi dinamica dei flussi. Confrontando i dati relativi a giorni “normali”, weekend, periodi di vacanza e di grandi eventi, i ricercatori hanno misurato il comportamento dei vari tipi di frequentatori. Dall’effetto richiamo di una manifestazione per chi viene da fuori all'influsso contrario, centrifugo, su chi vive a Venezia.  In generale, stimano i ricercatori, per ogni mille turisti che arrivano sui canali ci sono 140 residenti che lasciano temporaneamente la città.

 

“Con il nostro studio riusciamo a quantificare il comportamento sia dei turisti che dei residenti. I dati confermano per esempio che in occasione di grandi eventi i veneziani tendono a fuggire dalla città. Stessa cosa per i periodi estivi, quando lo studente fuori sede - che magari non è residente ufficiale ma vive in città per la maggior parte dell’anno - torna a casa. Siamo in grado di stimare i flussi in ogni periodo e per ogni evento su ciascuna categoria con una calibrazione finora inedita. E siamo pronti a mettere questi dati a disposizione dell’amministrazione”, conclude Bertocchi.

 

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