Inchiesta Liguria, Signorini dai pm. Dai soldi ai benefit: ecco i punti che deve chiarire
CronacaDopo l'interrogatorio fiume al presidente della Regione Toti, ha chiesto di essere sentito anche il manager, attualmente nel carcere di Marassi a Genova. L'ex numero uno del porto e poi ad di Iren, sospeso da tutte le funzioni, aveva preso tempo per leggere bene le carte della accusa e definire la strategia difensiva. Intanto dal gip arriva il no alla revoca degli arresti domiciliari per Spinelli
È in corso in procura a Genova l'interrogatorio di Paolo Emilio Signorini, ex presidente del porto del capoluogo ligure, che dal carcere di Marassi ha chiesto di essere sentito dai pm. Dopo l'interrogatorio fiume di Giovanni Toti, giovedì scorso, si sta quindi svolgendo un altro momento chiave per l'inchiesta per corruzione che sta sconvolgendo la Liguria. Dalla sua villa ad Ameglia (La Spezia), dove è costretto agli arresti domiciliari, il presidente di Regione guarda con ansia a Genova, desideroso di capire che cosa Signorini dirà ai giudici. L'ex numero uno del porto e poi ad di Iren, sospeso da tutte le funzioni, aveva preso tempo di fronte al gip per leggere bene le carte della accusa e definire la strategia difensiva. Intanto il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni che ha respinto l'istanza dei difensori di Aldo Spinelli che chiedevano la revoca degli arresti domiciliari per il loro assistito. Per il giudice, Spinelli potrebbe "acquisire nuovi incarichi e cariche all'interno della predetta società" o avere la "possibilità, tutt'altro che astratta, che continui perseguire interessi imprenditoriali, curando, dirigendo e gestendo le pratiche societarie".
Attesa su cosa dirà Signorini
I pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde, con l'aggiunto Vittorio Ranieri Miniati, chiederanno a Signorini di spiegare come sono state portate avanti le pratiche portuali finite sotto inchiesta, a partire dal rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse ad Aldo Spinelli, accusato di avere finanziato sia Toti sia Signorini per avere come tornaconto favori in porto. Gli chiederanno conto dei soldi che secondo l'accusa ha ricevuto dall'imprenditore, dei favori a Montecarlo, delle fiches al Casinò, dei massaggi, delle suite finite in conto a Spinelli. Le sue risposte potrebbero dare una svolta all'inchiesta. L'accusa vuole capire se ha subito pressioni da Toti e da Spinelli per fare andare le pratiche nella direzione voluta da questi, oppure se ha agito secondo logica, e secondo le regole, senza curarsi di quello che chiedeva l'imprenditore. Al centro dell' interrogatorio ci sarà lo svolgimento delle sedute del comitato portuale, che dopo diverse tensioni ha alla fine approvato la concessione.
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Cosa potrebbe chiedere Signorini
Giovedì scorso Toti e il suo difensore Stefano Savi hanno spiegato ai pm che le richieste di finanziamenti a Spinelli erano slegate da eventuali favori, e legittime, che le presunte pressioni sull'autorità portuale servivano solo per sbloccare procedure troppo lente. Signorini, l'unico degli indagati in carcere, potrebbe chiedere la attenuazione delle misure ma non è ancora chiaro quali siano i tempi delle sue scelte. "Siamo pronti a chiarire quanto ci viene contestato - ha confermato il suo legale Enrico Scopesi - ovviamente anche a tornare una seconda volta, visti i limiti di uno studio delle carte da dentro il carcere". Sul fronte politico, intanto, si muove l'opposizione, che martedì chiama a raccolta i cittadini presso la sede del Consiglio Regionale. Lo hanno deciso Pd, M5S, Lista Sansa, Linea Condivisa dopo un incontro. "Dobbiamo andarci. Non soltanto i politici. Ma soprattutto i liguri. Insieme. Dobbiamo farci vedere. Farci sentire. Lavoratori, pensionati, studenti, associazioni, comitati. Persone. Perché le istituzioni sono di tutti" spiega Ferruccio Sansa in un appello.