Abusi su una paziente, il primario del Gemelli Richeldi chiede di patteggiare

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Lo pneumologo dell'ospedale di Roma è accusato di violenza sessuale aggravata. I fatti risalgono al 2022 e sarebbero avvenuti all’interno del policlinico. La parola ora spetta al giudice

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Il caso di presunta violenza sessuale da parte dello pneumologo del Gemelli, Luca Richeldi, sembra dirigersi verso un patteggiamento. L’indagato, per cui la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio, ha presentato una richiesta di patteggiamento che ha ottenuto il parere favorevole della pm. Ora spetta al gip, durante l’udienza fissata per l’8 maggio, decidere se accoglierla. Nella richiesta di patteggiamento è stata prevista una pena pecuniaria sospesa in via condizionale, insieme a tutte le pene accessorie, e la partecipazione di Richeldi a un percorso di risocializzazione. Per il reato di violenza sessuale, la pena prevista va dai 6 ai 12 anni, aumentata di un terzo perché al medico viene contestata anche l’aggravante. Oltre alla riduzione di un terzo della pena derivante dalla scelta di patteggiare, la difesa chiede che al medico venga riconosciuta sia l’attenuante del fatto di minore gravità che quella di aver riparato il danno con un’offerta che verrà depositata in udienza. Il conteggio finale porta a un calcolo di 10 mesi e 20 giorni di reclusione, di cui viene chiesta la conversione in una pena pecuniaria di 49.050 euro. Tuttavia, se il giudice accetterà il patteggiamento, questa somma non dovrà essere effettivamente versata. Richeldi, incensurato, ha infatti chiesto anche la sospensione condizionale della pena. 

Legale della vittima: "Sorpresa per la richiesta di patteggiamento"

“Ciò che meraviglia del parere positivo espresso dal pm della Procura per la proposta di patteggiamento avanzata dal difensore del professore Richeldi – spiega Guerrieri - è il conflitto evidente tra l’impegno della società civile a sostenere le donne affinché trovino il coraggio di denunciare e una definizione del processo cosi premiale, che non rispetta le Indicazioni legislative, quale quella per esempio, della sospensione della pena, solo all’esito di percorsi riabilitativi per sexual abuser, preferibilmente svolti tra i centri Cuav in convenzione con il Tribunale di Roma. “Altro elemento, che di certo non invoglia le donne a denunciare i reati sessuali – aggiunge – è la previsione nel patteggiamento proposto, della sospensione della pena pecuniaria e della pena accessoria”.

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Legale Richeldi: "Speculazione su scelte processuali, indebita ingerenza"

“In merito alle notizie di stampa diffuse strumentalmente va precisato che la soluzione dell’accordo con il pubblico ministero prevede esclusivamente una pena pecuniaria peraltro sospesa, ed è una libertà processuale voluta dal legislatore per consentire all’indagato di non sottoporsi al processo per anni. Come dire, meglio una chiusura subito con un accordo che ottenere un’assoluzione in un tempo indefinito". E’ quanto afferma l’avvocato Ilaria Barsanti, legale del professor Luca Richeldi, primario pneumologo del Policlinico Gemelli di Roma. "Ogni speculazione che si sta facendo sulle scelte processuali dell’indagato e del suo difensore non solo è gravemente lesiva del diritto di difesa, ma determina un’indebita ingerenza anche rispetto all’operato della magistratura”, conclude l'avvocato.

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Le accuse a Richeldi

Il professor Richeldi, noto volto televisivo e primario di pneumologia presso l'ospedale Gemelli di Roma, è stato accusato per violenza sessuale. Secondo la denuncia presentata dalla professionista romana G.P., il professore avrebbe abusato della sua autorità di medico di fiducia della donna.

Richeldi avrebbe imposto alla paziente di subire palpeggiamenti "sotto i vestiti e a contatto con la pelle",  cercando di baciare la donna sulla bocca. Nonostante il diniego della donna e il suo tentativo di allontanarsi, Il professore avrebbe continuato a comportarsi in modo inappropriato, stringendole il seno con le mani e appoggiandosi contro di lei. L'aggressione sessuale sarebbe avvenuta poco dopo una visita medica, all'interno di un ufficio nel complesso dell'ospedale Gemelli. Durante l'interrogatorio del 19 novembre 2023, Richeldi ha ammesso di aver visitato la donna, ma ha minimizzato la durata dell'incontro, affermando che si sono limitati a "due chiacchiere" dopo la visita.

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