Uno spazio per “favorire il dialogo tra le diverse sensibilità religiose”, spiega l’Ateneo in una nota. La richiesta era stata avanzata durante un incontro dal titolo “Le comunità religiose dialogano con gli studenti”, svoltosi a febbraio nell'Aula Magna dell'Università
L’università di Firenze avrà una stanza del silenzio. Si tratta di un’area dedicata al raccoglimento, alla preghiera e alla meditazione. Uno spazio per “favorire il dialogo tra le diverse sensibilità religiose”, spiega l’Ateneo in una nota. L’area è stata fortemente voluta dalla rettrice Alessandra Petrucci e “rappresenta il risultato dell’impegno concreto che l’Ateneo ha assunto verso un percorso improntato sull'apertura e l'incontro” e che è stato avviato nei mesi scorsi, in particolare anche grazie all’incontro tra i rappresentanti delle diverse confessioni religiose. Durante l’evento dal titolo “Le comunità religiose dialogano con gli studenti” era stata avanzata la richiesta di una “stanza all’interno dell’Ateneo per consentire sia agli studenti musulmani che agli studenti ebrei di poter pregare, visto che oggi alcuni di loro si ritrovano a farlo in un sottoscala”, come riporta La Nazione.
Le parole dell’Imam Izzedin Elzir
L’Imam Izzedin Elzir si dice molto contento della decisione. Anche lui aveva partecipato all'incontro di febbraio insieme a padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte, e Gad Piperno, rabbino capo di Firenze. “Tutta la storia di Firenze è improntata all’ascolto. Questa città, e con lei tutte le istituzioni che la compongono, come l’Università, ha sempre considerato la diversità una ricchezza. Siamo contenti che l’invito che avevamo lanciato sia stato prontamente raccolto. Un segnale molto positivo. Ero molto fiducioso su questo ed i fatti mi hanno dato ragione. Anche a scuola da parte di tutti gli insegnanti c’è una grande sensibilità nei confronti degli studenti musulmani, specialmente durante il periodo del Ramadan”.
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Università come luogo dove confrontarsi liberamente
“L'Università dev'essere il luogo dove potersi confrontare liberamente, nel rispetto delle posizioni e dei percorsi altrui”, spiega la rettrice Petrucci. “L'idea di aprire la stanza del silenzio vuole rafforzare questo principio nel segno dell'integrazione tra le tante anime che sono presenti anche nella nostra comunità. In un anno così importante per la storia del nostro Ateneo, che matura sempre più una vocazione internazionale, credo che occorra ribadire lo sforzo incessante verso la conoscenza reciproca per il perseguimento della convivenza pacifica".