Demba Seck, procura di Milano chiede processo per pm Bucarelli per frode e depistaggio

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Il pubblico ministero è accusato di avere cancellato dal cellulare dell'ex calciatore del Toro alcuni video intimi che quest'ultimo aveva girato di nascosto con l'ex fidanzata, ignara di essere ripresa. Video che il giocatore aveva divulgato agli amici e che avevano portato ad aprire un fascicolo per revenge porn

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La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Enzo Bucarelli, il pm di Torino accusato di avere cancellato dal cellulare di Demba Seck, ex calciatore del Toro, alcuni video intimi che quest'ultimo aveva girato di nascosto con l'ex fidanzata, ignara di essere ripresa. Immagini che il giocatore aveva poi inoltrato ad almeno due persone e che avevano portato ad aprire un fascicolo per revenge porn. A riportare la storia è oggi la Repubblica che ricorda come, secondo la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e la pm Giancarla Serafini, Bucarelli debba rispondere del reato di frode in processo penale e depistaggio perché avrebbe convinto la ragazza “a non procedere” contro Seck.

La storia

L’ipotesi è che il pm di Torino avrebbe convinto la ex fidanzata del calciatore "a non procedere" contro di lui, inducendo la ragazza a firmare una transazione economica con Seck, in cui era previsto che lei rimettesse la querela. In virtù di questa transazione, a luglio il pm aveva chiesto l'archiviazione per il calciatore, poi accolta dal gip. Per le pm milanesi però Bucarelli avrebbe cancellato le prove del revenge porn e non avrebbe approfondito le indagini, perché il cellulare di Seck non è mai stato sequestrato.

Incidente d'auto per il calciatore del Torino Demba Seck nei pressi del parco della Pellerina. Torino 10 gennaio 2024. ANSA/TINO ROMANO

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La denuncia e le indagini

Le indagini sono partite dopo la denuncia dell’ex fidanzata del calciatore senegalese. Bucarelli ha sempre respinto ogni accusa. I filmati, per il magistrato, erano stati cancellati “perché non servivano più e per evitare ulteriori divulgazioni a terzi”. Il suo difensore ritiene “inspiegabile la richiesta di fare il processo, in presenza di un verbale di perquisizione redatto su indicazione dello stesso Bucarelli in cui – lungi dal depistare – è stata cristallizzata la prova ( on tutti i dettagli) degli avvenuti invii dei filmati intimi, e dunque la prova del reato commesso dal calciatore indagato: verbale a seguito del quale, infatti, il reato a carico dell’atleta da ipotizzato come tentato è divenuto accertato come consumato”.

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