Inchiesta sull’eredità Agnelli, indagati anche Lapo e Ginevra Elkann

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Dopo John Elkann, la Procura di Torino ha iscritto nel registro degli indagati anche il fratello Lapo e la sorella Ginevra. Da quanto si apprende, tra i reati contestati c’è la truffa di Stato per le tasse di successione

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L'inchiesta sull'eredità della famiglia Agnelli si sta allargando. Dopo John Elkann, infatti, la Procura di Torino ha iscritto nel registro degli indagati anche il fratello Lapo e la sorella Ginevra. Da quanto si apprende, tra i reati contestati c’è la truffa di Stato per le tasse di successione. 

Non ci sarebbero state perquisizioni

Sempre secondo quanto è emerso, non ci sarebbero state perquisizioni. Il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pubblici ministeri Mario Bendoni e Giulia Marchetti avevano già indagato il commercialista della famiglia Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs von Grunigen, esecutore testamentario di Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli. Nei giorni scorsi il tribunale del riesame aveva accolto parzialmente il ricorso degli avvocati di John Elkann e di Ferrero sulle perquisizioni ordinate dalla procura di Torino nell'inchiesta che ruota intorno all'eredità di Gianni Agnelli. Il decreto dei pm, così, era stato in parte annullato. Sono stati restituiti i telefonini, i computer e gli altri device presi in consegna dalla guardia di finanza, oltre a una massa di documenti. I difensori avevano fatto presente al tribunale che la quantità di materiale sequestrato era sovrabbondante rispetto all'ipotesi di reato: il concorso nella “dichiarazione infedele dei redditi” di Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli, per gli anni 2018 e 2019. Restano sotto sequestro, e quindi nella disponibilità degli inquirenti, il testamento redatto nel 2011 dalla donna (morta nel 2019 a 92 anni) e le integrazioni del 2012 e 2014. Poi le carte che si riferiscono al presunto giallo sul domicilio in Svizzera. L'elenco comprende quelle relative allo Chalet Icy, nel Cantone di Berna, dove Marella Caracciolo ebbe dal 2012 la residenza a fini fiscali (fittizia secondo la procura), a una villa settecentesca sulla collina torinese, al castelletto di famiglia a Villar Perosa, a un immobile a Roma in via 20 maggio.

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