Accoltellato ad Asti, la figlia 19enne confessa: "Maltrattava me e mia madre da tempo"
CronacaLa giovane ha raccontato che tutta la famiglia subiva le violenze dell'uomo, soprattutto la madre. Sarebbe questo il motivo che l'avrebbe spinta a compiere il gesto estremo, al culmine di una lite scoppiata dopo che la vittima aveva deciso di lasciare nuovamente il lavoro
Ha confessato nel corso dell’interrogatorio Makka Sulaev, la 19enne che nella serata di ieri ha ucciso il padre Akhyad accoltellandolo al culmine di una lite. La giovane ha giustificato il suo gesto parlando dei comportamenti aggressivi dell’uomo: “Tutti in casa subivamo le sue violenze, soprattutto mia mamma”, ha detto Makka agli inquirenti, raccontando di come Sulaev volesse controllare le due donne. Stando alle parole della ragazza, i maltrattamenti proseguivano da tempo.
L’omicidio
Secondo le prime ricostruzioni, la lite in famiglia sarebbe scoppiata dopo che la vittima aveva deciso di lasciare il lavoro come lavapiatti nello stesso locale in cui sono assunte anche la moglie e la figlia. Non era la prima volta che l’uomo prendeva scelte del genere, non accolte positivamente dalla famiglia, che si trovava, così, in difficoltà economica. La ragazza si sarebbe quindi scagliata sul padre, uccidendolo con un coltello da cucina. Ad avvertire le forze dell’ordine è stata un’amica, che, in quel momento, era impegnata ad aiutare i tre fratelli più piccoli di Makka a svolgere i compiti scolastici. La diciannovenne è stata fermata ed interrogata dal pm Andrea Trucano della procura di Alessandria. All'arrivo in casa degli inquirenti, era in stato di shock.
"La ragazza va tutelata"
"La più grande preoccupazione come difesa ora è tutelare questa ragazza, che dopo l'accaduto si trova in condizioni psicologiche difficili. È in grande difficoltà. Per questo è stata chiesta per lei una struttura protetta". A parlare è l'avvocato Massimo Sfolcini, legale di Makka Sulaev, che compirà 19 anni il prossimo agosto. "Sono in attesa della notifica degli atti per l'udienza di convalida del fermo - spiega l'avvocato - che si terrà probabilmente lunedì. Il gip di Alessandria incaricato valuterà le eventuali esigenze cautelari e le richieste del pm Andrea Trucano. Ne ragioneremo, ma non mi pare sussistano". "La famiglia - sottolinea - era in Italia da cinque o sei anni ed era riservatissima, molto chiusa, co un orientamento religioso molto osservante, che ha determinato una solitudine nei fatti e nell'indagata una disperazione nel non poter trovare aiuto per la situazione in casa. La ragazza aveva assunto un ruolo significativo in famiglia, perché oltre a studiare con profitto, badava ai fratelli più piccoli e nel fine settimana, dal venerdì alla domenica, lavorava nello stesso locale dov'era impiegata la mamma, per aiutare economicamente. Tra di loro parlavano in russo e lei si era ambientata, ma faceva fatica a stringere amicizie solide, anche se aveva un'amica in particolare, a cui aveva confidato la situazione".