Aeroporto Fiumicino, "Hai il passaporto russo? Per te niente acqua". La denuncia social

Cronaca

È successo in un duty-free dello scalo romano, dove la passeggera, Anna Larina, è stata vittima di un episodio di discriminazione. "Mi hanno detto che non potevo prendere nulla, che non potevano vendermi nulla perché avevo il passaporto russo". Nel frattempo, Aeroporti di Roma e Aelia, la società che gestisce il negozio, hanno avviato tutte le opportune verifiche per risalire ai responsabili. Adr: "Rammaricati e costernati"

ascolta articolo

Non le hanno venduto una bottiglietta d’acqua perché aveva il passaporto russo. È accaduto all’aeroporto di Fiumicino, dove una passeggera che si stava per imbarcare su un volo per la Russia si è vista negare la possibilità di fare acquisti in un duty-free dello scalo romano. Dopo l’episodio sono arrivate le scuse da parte di Aeroporti di Roma e Aelia, la società che gestisce il negozio in questione. Entrambi si sono detti “rammaricati e costernati” e hanno avviato tutte le opportune verifiche per risalire ai responsabili della discriminazione, che ora rischiano una sanzione. 

L’episodio all'aeroporto di Fiumicino

A raccontare lo spiacevole episodio è stata la stessa protagonista, Anna Larina, insegnante di italiano e traduttrice da più di dieci anni in Italia. “Io vorrei solo avere le scuse di quella signora”, ha detto Larina riferendosi alla commessa che le ha negato l’acquisto del prodotto. “Non di Adr né del negozio, né degli italiani che non hanno alcuna colpa”, ha aggiunto la donna che, in un video pubblicato su YouTube, ha raccontato l’intero episodio. Dopo aver sbrigato le pratiche e il controllo bagagli al Terminal 1 di Fiumicino, Larina si sarebbe fermata in uno dei tanti duty-free dell’aeroporto per comprare una bottiglietta d’acqua. Arrivata davanti alla cassiera avrebbe fornito la carta di imbarco e, in quel momento, un'altra impiegata del negozio avrebbe chiesto alla cassiera di "chiedermi se avevo il passaporto russo"."Mi hanno detto che non potevo prendere niente, non potevano vendermi nulla", ha raccontato l’insegnante, a cui le cassiere avrebbero anche consigliato di “consultare tutte le informazioni sul sito del ministero degli Esteri”. Tutto questo senza fornire dettagli sulle presunte norme che vieterebbero la vendita di merce ai cittadini russi.  Il motivo? "Per quello che avete fatto", ha specificato l'insegnante nella denuncia social. "Io ho il permesso di soggiorno, sono dieci anni che pago le tasse in Italia", ha sottolineato la passeggera, che ha poi specificato: "Non voglio farne un casus belli, vorrei soltanto le scuse di quella ragazza, niente di più”.

Le scuse di Aeroporti di Roma

"Siamo costernati e ci rammarichiamo per quanto le è capitato in occasione della sua permanenza all'aeroporto di Fiumicino. Il comportamento descritto è assolutamente non in linea con gli standard applicati dai partner commerciali di Aeroporti di Roma". Con queste parole Adr, la società che gestisce lo scalo di Fiumicino, ha replicato su Instagram al video-denuncia della passeggera. Il duty-free dove sarebbe avvenuto il fatto è quello gestito da Aelia, gruppo Lagardère. "Per quanto possa occorrere naturalmente confermiamo che non esiste alcuna norma che vieti la vendita di generi alimentari o di beni di qualsiasi tipo a persone con cittadinanza di determinati Paesi”, scrive Adr. “A tal proposito desideriamo informarla di aver subito trasmesso la sua segnalazione al gestore del duty-free da lei segnalato, che ha immediatamente avviato le necessarie verifiche e prenderà i provvedimenti disciplinari del caso nelle prossime ore. Le assicuriamo che il rispetto delle persone, delle regole e la cortesia nei confronti dei passeggeri sono inderogabili per Adr, così come lo sono per i suoi partner operativi in aeroporto. Sicuri che episodi simili non si ripeteranno, la ringraziamo per aver condiviso con noi la sua esperienza e la aspettiamo in occasione di una sua prossima partenza". 

Le scuse della società Aelia

Anche Aelia ha pubblicato sui suoi canali social un post di scuse. "Teniamo a scusarci nuovamente per l’accaduto - si legge nel comunicato pubblicato su Facebook - Si è trattato di un mero errore commesso dagli operatori presenti in quel momento alla cassa che sono sinceramente dispiaciuti per l’increscioso episodio. Confermiamo infatti che non esiste nessuna normativa, né direttiva aziendale o aeroportuale che vieti la vendita di acqua a chiunque, tantomeno a cittadini di nazionalità russa o passeggeri diretti in Russia". La società ha poi specificato che "stiamo assumendo tutte le opportune misure disciplinari nei confronti del personale coinvolto e svolgendo ulteriori campagne di sensibilizzazione verso i nostri dipendenti a garanzia dei clienti e delle centinaia di persone che lavorano in Aelia Duty Free Italia ogni giorno, nella piena attenzione dei valori dell’azienda che condanna e rifiuta senza eccezioni ogni forma di discriminazione". Si legge ancora: "Il rispetto delle persone è infatti da sempre un caposaldo su cui investiamo quotidianamente. Il nostro impegno ora è quello di continuare a lavorare affinché tali episodi non si ripetano e sia garantita la migliore esperienza nei nostri negozi".

Cronaca: i più letti