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Concorso scuola 2024 per docenti, date e calendario prove scritte

Cronaca
©Getty

Le date fissate sono l'11 e il 12 marzo per la scuola dell'infanzia e la primaria e dal 13 al 19 marzo per le scuole secondarie di primo e secondo grado. Il punteggio massimo che si potrà raggiungere sarà formato da cento punti per la prova scritta, cento per l'orale e cinquanta per i titoli

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Sono previsti circa 373mila candidati (69.117 per la scuola dell’infanzia e primaria, 303.687 per la scuola secondaria) ai concorsi ordinari per l’insegnamento, di cui sono da poco state pubblicate le date per quest’anno. Si parte l’11 e il 12 marzo per la scuola dell’infanzia e la primaria e si prosegue con le prove per la secondaria di primo e secondo grado il 13 marzo, fino al 19: cinque giorni di prove, escludendo il fine settimana. Per quanto riguarda gli orari, i concorsi si terranno dalle 9 alle 10.40 (inizio del processo di identificazione alle 8) e, per il turno pomeridiano, dalle 14.30 alle 16.10 (convocazione alle 13.30). Se non ci si presenta, si è automaticamente esclusi. 

Com’è strutturato il test

Il concorso, aperto anche a chi vuole essere assunto come insegnante di sostegno, consiste in un test da svolgere al computer, formato da cinquanta quesiti a risposta multipla in cento minuti. In particolare, quaranta domande riguarderanno l’ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico, cinque domande saranno incentrate sulla conoscenza della lingua inglese e le altre sulle competenze digitali. Chi supererà la prova scritta (è necessario un punteggio di almeno settanta punti su cento), potrà accedere alla fase orale (anche in questo caso è previsto un massimo di cento punti), specifica per la materia in cui si è specializzati. L’orale comprende anche un test didattico, cioè una lezione simulata. Il punteggio complessivo si compone di ulteriori cinquanta punti per i titoli posseduti. 

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“Un passo in avanti nel contrasto al precariato”

“I concorsi e le future assunzioni segnano un passo in avanti nella valorizzazione dei docenti e nel contrasto al precariato”, ha affermato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “Si tratta di un significativo e necessario passaggio volto a garantire un’educazione di qualità agli studenti su tutto il territorio nazionale, favorendo la continuità didattica”.

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