Terremoti a Parma, cosa dice la mappa della pericolosità sismica in Emilia-Romagna

Cronaca

Da giorni prosegue lo sciame sismico nell'area del capoluogo emiliano. La mappa della pericolosità sismica e lo storico degli anni passati spiegano perché questo fenomeno non sia una novità e, per questo, non sia necessario preoccuparsi

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Diverse scosse di terremoto stanno interessando da giorni la provincia di Parma. A partire dal 7 febbraio, l'area compresa tra i Comuni di Langhirano, Calestano e Fornovo di Taro ha assistito a numerosi sismi, di magnitudo compresa tra 2.0 e 3.0, fatta eccezione per una scossa di magnitudo 4.2 il 9 febbraio. L'ultimo in ordine di tempo, di magnitudo 3.3, è stato registrato oggi 6 km a ovest di Langhirano, con epicentro rilevato a una profondità di 19 km.

Eventi che possono durare anche alcuni giorni

La zona non è nuova a questo tipo di fenomeno, ma ciò non significa che ci sia da preoccuparsi. Sciami sismici come quella di questo periodo non sono rari nell'Appennino settentrionale e di solito durano da pochi giorni a qualche settimana, anche se in alcuni casi sono stati registrati eventi di maggiore durata. Va anche sottolineato il fatto che l'area si trova a poca distanza da zone a pericolosità molto alta, come quelle tipiche della catena appenninica.

Pericolosità sismica confermata dal report storico

Che l'area abbia un'importante pericolosità sismica è confermato anche dal report storico. Si può notare come in passato si siano verificate sequenze dalle caratteristiche simili, addirittura con magnitudo ancora più elevate. Ma essere in una zona ad alta pericolosità non vuol dire che sicuramente si verificheranno forti terremoti. Significa semplicemente che in queste aree terremoti di alta magnitudo sono statisticamente più frequenti nel lungo periodo rispetto alle aree a media-bassa pericolosità.

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