Mafia e riciclaggio di denaro, 15 arresti in quattro regioni

Cronaca
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Nove attività commerciali del settore edile di Catania sono state sottoposte a sequestro finalizzato alla confisca

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Un'operazione antimafia della Guardia di finanza è in corso in quattro regioni: Sicilia, Campania, Toscana e Friuli Venezia Giulia. Sono 15 i destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catania su richiesta della Dda: 14 persone sono finite in carcere, una agli arresti domiciliari. Le accuse sono di associazione mafiosa, usura, traffico e spaccio di stupefacenti, riciclaggio di denaro.

Impiegati 120 finanzieri

Oltre 120 finanzieri del comando provinciale di Catania sono coinvolti nell'operazione, denominata 'Oleandro'. Gli indagati complessivamente sono 26. Il provvedimento cautelare è in corso di esecuzione nelle province di Catania, Caltanissetta, Arezzo, Napoli e Udine.

I sequestri

Nove attività commerciali del settore edile di Catania sono state sottoposte a sequestro finalizzato alla confisca, mentre 81 tra fabbricati e terreni nelle province di Catania e Arezzo sono stati sequestrati insieme a cinque autovetture e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 12 milioni di euro.

Gli indagati

Gli indagati farebbero parte del 'gruppo di Picanello' del clan Santapaola-Ercolano. A capo ci sarebbero i 'reggenti' della cosca nel quartiere, Carmelo 'Melo' Salemi, di 65 anni, e Giuseppe Russo, di 48, detto 'il giornalista' o 'l'elegante' che avrebbero utilizzato una stalla per gli incontri con i loro sodali. Una delle attività più redditizie del sodalizio sarebbe stata l'erogazione di prestiti a tassi usurari, inseriti in un sistema più ampio di reinvestimento dei proventi rinvenienti dal traffico di sostanze stupefacenti, dalle estorsioni e dal gioco d'azzardo. Gli indagati avrebbero inoltre utilizzato metodi mafiosi per minacciare le vittime e garantirsi il pagamento degli interessi.

L'usura

Secondo le indagini era in esercizio un meccanismo collaudato con finanziamenti di piccoli tagli, di norma da 500 a 2.500 euro, da rimborsare in rate settimanali o mensili con un tasso di interesse oscillante tra il 140% e il 350% su base annua. Uno dei protagonisti di queste attività, ricostruisce la Dda, sarebbe Nunzio Comis, 40 anni, figlio del boss Giovanni, arrestato dal Nucleo Pef della Guardia di finanza di Catania in flagranza di reato nel 2020 mentre riscuoteva il pagamento di una rata di un prestito a usura da un imprenditore.

Secondo l'accusa, Fabrizio Giovanni Papa, 58 anni, imprenditore attivo nel settore dell'edilizia, avrebbe poi messo a disposizione le proprie società per il riciclaggio di ingenti quantità di contanti.

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