Incendio a Malagrotta, aperto un fascicolo per rogo doloso. Disposto sequestro telecamere

Cronaca
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La Procura di Roma ha avviato un’indagine sul rogo avvenuto domenica nell'impianto di smaltimento dei rifiuti e ha richiesto ulteriori accertamenti tecnici per capirne le cause. Domani, in occasione della visita allo stabilimento della Commissione Parlamentare sulle Ecomafie, il Comitato 'Valle Galeria Libera' ha organizzato un sit-in

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La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine per incendio doloso in relazione al rogo avvenuto domenica nell'impianto di smaltimento dei rifiuti di Malagrotta. Il procedimento, coordinato dall'aggiunto Giovanni Conzo, è stato aperto alla luce della prima informativa trasmessa a piazzale Clodio dai vigili del fuoco. In base a quanto si apprende, i magistrati hanno disposto il sequestro delle telecamere di sorveglianza e ulteriori accertamenti tecnici per capire le cause del rogo che ha colpito il Tmb 1.

Domani il sit in

In occasione della presenza della Commissione Parlamentare sulle Ecomafie presso lo stabilimento di Malagrotta, prevista per la mattina di giovedì 28 dicembre, il Comitato 'Valle Galeria Libera' ha invitato tutti i cittadini a un sit-in "per dire basta a impianti nella Valle Galeria, basta ad altri disastri ambientali e per pretendere l'avvio della riqualificazione del territorio". L'appuntamento è dalle ore 10 al piazzale di entrata all'impianto di Malagrotta in Via del Casale Lumbroso 495. "Sempre con un po' di puzza che incombe - per quanto possibile continuiamo a tenere le finestre chiuse -, la vita è ripresa normalmente: dobbiamo pur continuare a vivere, ad uscire di casa per andare a lavorare", ha detto Claudio Fetoni del Comitato, intervistato dall'Adnkronos. "Abbiamo deciso di promuovere un sit-in per domani - sottolinea Fetoni - Nessuna protesta, solo la richiesta a chi sarà lì domani, politici o rappresentanti istituzionali, di riqualificare, una volta per tutte, Valle Galeria, un territorio martoriato da 50 anni".

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L’ordinanza

Intanto, attraverso una nuova ordinanza del sindaco Gualtieri, è stato ridotto, da 6 a 3 chilometri, il raggio di azione in cui permangono le restrizioni. Dopo il rogo, sono stati intensificati anche i controlli su tutti i prodotti agroalimentari. "All'inizio sono stati considerati solo 6 chilometri dal luogo dell'incendio, non tenendo conto che la nube di fumo, appena scoppiato l'incendio e per tutta la giornata, si è direzionata verso Est. Quindi - aggiunge Fetoni - tutte le colture che sono da quella parte fino alla zona della Flaminia, Collina Fleming, dove mi è stato riferito che si è sentita la puzza, si sono cibate le stesse diossine. L'ordinanza del sindaco mi fa un po' sorridere. Noi, comunque, per ora ce ne guardiamo bene dal consumare frutta e verdura". "Che ci possa essere dolo credo sia un sospetto evidente un po' a tutti", conclude Fetoni.

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