Divorzio, la Cassazione: "La convivenza prima del matrimonio conta per l'assegno"

Cronaca

La sentenza della Suprema Corte a Sezioni Riunite, secondo il presidente dell'Associazione degli avvocati matrimonialisti, è "rivoluzionaria sul piano giuridico e giudiziario, nonché su quello culturale e sociale"

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Nel computo dell’assegno di divorzio bisogna tenere conto della convivenza precedente al matrimonio. Lo ha stabilo la Cassazione con una sentenza che il presidente dell’Ami, Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani, Gian Ettore Gassani non esita a definire “rivoluzionaria sul piano giuridico e giudiziario, nonché su quello culturale e sociale”.

"La Cassazione eleva l'asticella culturale del Paese"

“Per la prima volta viene attribuita alla convivenza prematrimoniale un'importanza decisiva ai fini del calcolo dell’assegno di mantenimento per il coniuge economicamente più debole in sede di divorzio - spiega Gassani - Molte coppie convivono per tanti anni prima di sposarsi. Spesso le scelte più importanti vengono condivise durante questa fase prematrimoniale e sovente si tratta di scelte che condizionano la coppia e le prospettive personali e lavorative di uno dei due partners. Dunque la Cassazione ha elevato l’asticella culturale del Paese conferendo alla pregressa convivenza prematrimoniale un valore importante anche per calcolare l’assegno di divorzio sulla base, appunto, di tutto ciò che è accaduto ed è stato scelto dai coniugi prima di sposarsi".

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"Così l'Italia si proietta in Europa sul diritto di famiglia"

"Si può dire che questa sentenza rappresenta una rivoluzione copernicana del diritto di famiglia italiano perché vengono valorizzati i sacrifici e le rinunce che un convivente può aver fatto in favore dell’altro prima di convolare a nozze. Dunque la convivenza non è più 'terra di nessuno' o un periodo insignificante ma viene ritenuta dalla Cassazione come un tutt’uno con il matrimonio. Non c’è dubbio che questa sentenza proietti l’Italia in Europa dal punto di vista del diritto di famiglia”, conclude il presidente dei matrimonialisti italiani.

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