Suicidio assistito in Toscana, 40enne aiutato morire da un medico

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L'ex primario di anestesia e rianimazione all'Azienda ospedaliera universitaria di Pisa ha detto di aver aiutato a morire l'uomo nei primi mesi di quest'anno, dopo il via libera del Sistema sanitario regionale, alla luce della sua grave invalidità

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L'ex primario di anestesia e rianimazione all'Azienda ospedaliera universitaria di Pisa, Paolo Malacarne, ha detto di aver aiutato a morire un quarantenne di Piombino, in provincia di Livorno, nei primi mesi di quest'anno dopo il via libera del Sistema sanitario regionale, alla luce della sua grave invalidità. A rivelarlo è stato il Tirreno.

Il suicidio assistito in Toscana

Da quanto riferisce il quotidiano il quarantenne si è rivolto all'Asl Toscana Nord Ovest, tra le prime aziende sanitarie italiane a dotarsi, in assenza di un intervento legislativo, di un regolamento per i casi di morte assistita. Rispetto al recente caso in Friuli Venezia Giulia la differenza sta nel fatto che mentre l'Asl triestina ha messo a disposizione della donna il farmaco e i macchinari necessari al suicidio, quella toscana non la ha fatto "perché - spiega Malacarne - non è specificato nelle linee guida" dell'Asl Nord Ovest. Secondo quanto avrebbe appreso il quotidiano sarebbe stata la famiglia a procurare il necessario e portarlo nella casa del quarantenne. C'è stato poi l'intervento di Malacarne, che ha assistito il malato fino alla fine.

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Il seminario sul suicidio assistito

Malacarne ha anticipato al quotidiano quello che sarà il caso su cui ruoterà il seminario “L'aiuto al suicidio come diritto?” a cui partecipa oggi alla Sant'Anna di Pisa. L'ex primario ha riferito che il suo intervento partirà "proprio da questa esperienza di medico e uomo". Non può però dare ulteriori "informazioni sulla persona che ha preso la decisione di morire: lui e la sua famiglia mi hanno scelto come medico facendo espressa richiesta di non rivelare informazioni che consentano di individuarlo".

TOPSHOT - A nurs wearing protective gloves holds the hand of a patient in the palliative care unit of the the Eugenie Hospital in Ajaccio, on the French Mediterranean island of Corsica, on April 23, 2020, on the thirty-eighth day of a lockdown in France aimed at curbing the spread of the COVID-19 disease, caused by the novel coronavirus. - A message, a drawing or a picture slipped into the coffin, letters from caretakers to the families... Several "rituals" have been established in Corsica to deal with the deaths of COVID-19 patients deprived of their families, doctors told AFP. (Photo by Pascal POCHARD-CASABIANCA / AFP) (Photo by PASCAL POCHARD-CASABIANCA/AFP via Getty Images)

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