Palermo, Addiopizzo e l'invito alla denuncia collettiva

Cronaca
Raffaella Daino

Raffaella Daino

A pochi giorni dalle feste di Natale si intensificano le iniziative della associazione Addiopizzo, da 20 anni al fianco di chi decide di denunciare le estorsioni.  Una settimana di incontri, dibattiti con gli studenti, campagne di informazione e volantinaggio nelle zone a maggiore densità commerciale, per rilanciare l’appello a commercianti e imprenditori affinché collaborino e ai cittadini a sostenere con gli acquisti chi ha trovato il coraggio di denunciare.

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La sala dell’istituto Maria Adelaide è gremita da studenti. Ascoltano con attenzione la voce degli imprenditori e dei commercianti invitati dall’associazione Addiopizzo per raccontare la loro storia, dalle richieste di estorsione ricevute e respinte alle minacce subite a cui hanno opposto resistenza, fino al percorso che li ha portati grazie all’assistenza del team legale dell’associazione, a ribellarsi al potere dei mafiosi, a denunciare e a liberarsi dall’infame ricatto che fino a vent’anni fa era una storia comune all’80% di chi gestiva un’attività commerciale a Palermo.

 

Oggi i numeri sono per fortuna drasticamente scesi grazie anche al coraggio di commercianti e imprenditori come Francesco Arancio, hair stylist, o Roberto Cottone, titolare di un ristorante, che al pizzo hanno detto no. “Oggi nei negozi che in vetrina espongono l’adesivo con il simbolo di Addiopizzo i mafiosi non entrano proprio, rinunciano a priori a chiedere loro di pagare la tassa, perché sanno che non accetteranno e andranno a denunciare anziché sottomettersi” spiegano i volontari ai ragazzi. E questi negozi sono sempre più numerosi.  

Addio Pizzo all'Istituto Maria Adelaide

Il coraggio di dire NO da subito

 

“Rifiutare di pagare da subito è la scelta più semplice perché si evita di entrare in un circolo da cui poi uscire è più difficile, anche se non impossibile” spiega Chloé Tucciarelli, volontaria di Addiopizzo. “Molti fanno questa scelta preventiva, annunciano pubblicamente di non avere intenzione di sottomettersi e sapere di far parte di una rete pubblica li aiuta. Anche chi è già dentro questo circolo però può uscirne. Da quando l’associazione è nata abbiamo aiutato 300 commercianti. Abbiamo un team legale di esperti che ascoltano le loro storie e accompagnano le persone nel caso si decida di denunciare”.

L'adesivo di Addiopizzo sulle vetrine di chi non paga

"Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità"

 

La lista dei commercianti che dicono no al pizzo si allunga ma non è ancora completa e così  i volontari di Addiopizzo, da 20 anni al fianco di chi si ribella alla mafia, scelgono in questo dicembre Corso Calatafimi, una delle arterie a maggiore densità commerciale della città per promuovere la loro azione di sensibilizzazione. Una settimana di incontri con imprenditori e commercianti e una azione di volantinaggio per distribuire opuscoli informativi e tappezzare la strada degli adesivi con le ormai celebri frasi come: "Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità".

 

Il rischio è che, come accade di consueto, in prossimità delle feste natalizie Cosa nostra torni a battere cassa, tentando di riscuotere il pizzo presso esercizi commerciali e imprese. Ecco perchè sono state promesse iniziative di sensibilizzazione e informazione rivolte al tessuto sociale ed economico della città.

 

Il senso di tale percorso è quello di estendere in maniera più diffusa la rete di consumo critico antiracket “Pago chi non paga”, offrire il supporto dell'associazione a coloro che ancora adesso vivono stretti dalla morsa delle estorsioni e sensibilizzare il tessuto sociale a fare la propria parte attraverso la pratica degli acquisti.

 

Si allunga la lista dei negozi che dicono no al pizzo

Appello ai cittadini: sostenere chi non paga il pizzo

 

In occasione delle festività l’associazione rilancia l’appello a commercianti e imprenditori affinché collaborino e ai cittadini a sostenere con gli acquisti chi ha trovato il coraggio di denunciare.

 

“In passato anche sull'area di corso Calatafimi abbiamo accompagnato a denunciare e assistito commercianti (negozi di abbigliamento, saloni di bellezza, minimarket e agenzie funebri) che si sono affrancati dalle estorsioni e che oggi a distanza di anni continuano a lavorare qui in condizioni di normalità e serenità” dice Salvo Caradonna responsabile dell'ufficio legale di Addiopizzo.  “Lo vogliamo ribadire a quanti operano su quest'asse ad alta densità commerciale e che in prossimità delle festività possono essere oggetto di avvicinamenti e di richieste di natura estorsiva: oggi anche in quest'area ci sono tutte le condizioni per scrollarsi di dosso le estorsioni”.

 

La frase di Addiopizzo sugli adesivi

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