Femminicidio Giulia Cecchettin, punti ancora da chiarire: dal cellulare al libro ritrovato
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Il telefono della vittima si è spento poco prima dell’aggressione e non è mai stato trovato. Importanti indizi potrebbero essere invece rinvenuti nella vettura guidata da Turetta, al momento in custodia in un deposito in Germania (e che sarà riportata in Italia nei prossimi giorni). Alcuni elementi aiuteranno a capire se c’è stata o meno premeditazione
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- Il femminicidio di Giulia Cecchettin presenta ancora molti punti da chiarire. Molte risposte potrebbero arrivare da Filippo Turetta, indagato e accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata. Domani sarà sentito dal gip nell’interrogatorio di garanzia. Potrebbe scegliere di non non rispondere alle domande oppure collaborare, o ancora fare dichiarazioni spontanee. Ma quali sono i dettagli che ancora rimangono misteriosi?
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- Il telefono cellulare della vittima ha dato la sua ultima traccia alle ore 22.45 dell’11 novembre, circa mezzora prima dell’aggressione subita da Turetta vicino casa, di cui c’è la testimonianza di un vicino. Durante la serata in un centro commerciale, Giulia Cecchettin ha inviato dei messaggi dal suo telefono alla sorella Elena, prima di diventare muto. L’apparecchio non è mai stato ritrovato, per quanto ufficialmente è stato comunicato dalle autorità
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- Invece il cellulare di Filippo Turetta ha dato segnali fino alle ore 23.29, agganciato in una cella telefonica nella zona industriale di Fossò. Si tratterebbe del momento tra la prima e la seconda aggressione fisica. Il telefono poi diventa muto ma questo apparecchio è stato recuperato durante l’arresto del giovane in Germania. Potrà quindi fornire elementi utili nel momento in cui verrà analizzato, come pure gli altri dispositivi elettronici sequestrati in casa dell’indagato
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- La macchina, una Grande Punto nera, targata FA015YE, è l’auto filmata in un passaggio di un possibile sopralluogo prima dell’aggressione, la stessa che viene vista da un vicino di casa di Giulia mentre si allontana dalla zona e dove Turetta carica il corpo esanime dell’ex fidanzata prima di fuggire. Verrà fermato proprio a bordo di questa macchina una settimana dopo mentre percorreva una autostrada tedesca
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- La vettura al momento si trova in custodia in un deposito vicino alla città tedesca di Halle. L’auto che ha trasportato il corpo di Giulia fino al luogo dove è stato ritrovato, vicino al lago di Barcis, in Friuli. All’interno della macchina sono stati trovati un coltello, dei guanti, una borsa, tracce di sangue e 300 euro in contanti. L'auto, assieme agli oggetti sequestrati al suo interno, sarà riportata in Italia nei prossimi giorni, al massimo entro la prossima settimana, e sarà affidata per le analisi ai carabinieri del Ris di Parma
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- Nel luogo del ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin sono stati repertati diversi indizi. Alcuni fazzoletti insanguinati, un rotolo di sacchi di plastica, un mocassino della vittima e un libro per bambini, titolato “Anche i mostri si lavano i denti” (in foto il lago di Barcis)
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- Cecchettin, dopo la laurea in ingegneria biomedica, che doveva conseguire alcuni giorni dopo quel sabato in cui è scomparsa, aveva il sogno di diventare un’illustratrice di libri per l’infanzia e si era iscritta a un corso a Reggio Emilia. Questo volume non è stato comprato l’11 novembre nel centro commerciale. Non è ancora chiaro perché si trovasse vicino al suo corpo
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- L’1 dicembre verrà effettuata l’autopsia sul corpo di Giulia. L’esame aiuterà a chiarire l’ora del decesso e le cause. Sul suo cadavere sono state trovate oltre venti ferite da arma da taglio
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- Chi indaga vuole appurare se l’omicidio è stato premeditato. Per questa tesi i vari elementi (il presunto “sopralluogo”, i coltelli in auto, il nastro adesivo) andranno vagliati con cura. Al momento la premeditazione non viene contestata a Turetta, ma questo scenario comporterebbe la possibilità dell’ergastolo. Mentre la tipologia delle ferite potrebbe portare a contestare l’aggravante della crudeltà. E potrebbe essere contestato anche l’occultamento di cadavere
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- Oggi Turetta ha incontrato in carcere il suo avvocato, Giovanni Caruso. Mentre per domani mattina è fissato l’interrogatorio di garanzia. La sua collaborazione o meno potrebbe chiarire molti punti oscuri. Potrebbe essere anche l’occasione per il suo legale di presentare l’istanza per una perizia psichiatrica. E la Procura, potrà muovere nuove contestazioni. Nei prossimi giorni, probabilmente entro la fine di questa settimana, dovrebbe essere sentito anche dal pm di Venezia Petroni, che coordina le indagini dei carabinieri