Sperone 167, a Palermo l'alleanza creativa per i diritti negati

Cronaca
Raffaella Daino

Raffaella Daino

Una nuova opera d'arte urbana, omaggio di Nino Carlotta a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, si aggiunge ai murales realizzati nel quartiere - laboratorio di creatività e denuncia, negli spazi negati in cui le promesse non sono state mantenute, le opere demolite non sono state ricostruite e quelle annunciate mai realizzate. Per il movimento “Sperone 167” non solo una battaglia estetica ma uno strumento per richiamare l'attenzione sui vuoti non colmati in un pezzo di Palermo in cui manca tutto. 

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Il centro della città con le sue vetrine scintillanti di lucine natalizie, i giardini rigogliosi, gli antichi monumenti, le strade piene di turisti, sembra lontanissimo eppure dista da qui appena 4 km. Il quartiere Sperone soffre dei mali che affliggono tutte le periferie d’Italia. Una delle aree urbane più densamente popolate e con meno servizi. Degrado, abbandono, e un vuoto che, vista l’assenza o il ritardo delle istituzioni, si cerca di colmare dal basso, con le iniziative della alleanza creativa nata qui tra la scuola e l’arte di strada. Da un lato la preside coraggiosa che si batte per contrastare la dispersione scolastica, ed è riuscita ad abbatterla nell’istituto che dirige da dieci anni, la Sperone Pertini, dal 27% all’1%.  Dall’altro gli artisti e gli attivisti riuniti sotto il manifesto Sperone 167 che da anni usa il colore e la bellezza come strumento di denuncia, in gemellaggio con i colleghi che operano nel quartiere “167” di Lecce.

Sperone 167, murales nel quartiere periferico di Palermo

“Il sottotitolo del manifesto è “Comunità della cura”. "Oggi associamo la parola cura a un intervento ex post su una patologia, che sia questa medica o sociale. E’ invece importante restituirle quel valore preventivo, soprattutto di ordinaria azione quotidiana, di una collettività che si prende cura di sé e dei propri beni comuni"  dicono gli artisti, coordinati da Danilo Alongi. "La parola cura ci aiuta a ricordare che come cittadinanza dobbiamo avere attenzione per i luoghi in cui viviamo, perché dalla qualità dei beni comuni materiali e immateriali dipende la qualità della nostra vita e di quella degli altri.”

I murales di Sperone 167

Giganteschi murales realizzati da artisti siciliani e internazionali svettano sulle pareti delle palazzine popolari a pochi passi dal mare. “Il mare su cui si affaccia questo quartiere che ha una luce bellissima e di cui mi sono innamorata è la metafora di quello che accade qui” dice Antonella Di Bartolo. “Un mare vicino ma negato perché non balneabile in questo tratto di costa, negato come i diritti di chi vive in una zona in cui manca tutto, in cui non ci sono spazi per i bambini e i ragazzi e in cui le attività della criminalità e soprattutto lo spaccio di droga sono un richiamo che quotidianamente cerchiamo di contrastare”. I carabinieri hanno filmato e registrato centinaia di cessioni di stupefacente al giorno. L’ultimo blitz nel mese di ottobre, tre piazze di spaccio azzerate. Ma dove le istituzioni sono assenti, il vuoto è colmato da un proliferare di illegalità che si autorigenera.

Murales allo Sperone

Arrivando allo Sperone le enormi figure che salutano il visitatore dall’alto dei palazzi creano un corto circuito visivo ed emozionale, il contrasto è così forte e stridente che questa è diventata meta di curiosi e visitatori e tappa delle Vie dei tesori, iniziativa che porta alla scoperta dei siti tanto affascinanti quanto meno conosciuti.

C’è la bambina realizzata da Giulio Rosk e su iniziativa del cantautore Cesare Cremonini. L’opera ispirata al rispetto dell’altro realizzata dalle artiste argentine Medianeras, il bambino che accende la luce frutto dell’estro di Millo, il bambino che “Grida al mondo” del salentino Chekos, la figura di Biagio Conte, il missionario laico che ha rinunciato a tutto e dedicato la vita agli ultimi del mondo, dipinto da Igor Scalisi Palminteri che ha realizzato anche il murale “Sangue e latte” sulla importanza della pratica dell’allattamento al seno. E ora l’immagine di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia dell’artista di Pioppo Nino Carlotta, omaggio alla carriera dei due amatissimi attori siciliani. “Una richiesta della gente del quartiere che abbiamo voluto assecondare“ spiega il muralista. “Ho preso spunto da una locandina di un loro film e inserito l’immagine di un cardellino, simbolo della natura negata in un quartiere come questo dominato dal cemento e privo di spazi verdi”.

Sangue e latte di Igor Scalisi Palminteri

Opere collocate negli spazi negati in cui le promesse non sono state mantenute, in cui le opere demolite non sono state ricostruite e quelle annunciate mai realizzate.

Opere d’arte rese possibili dallo sforzo di singole persone, istituti, aziende, associazioni e senza richiedere né di usufruire di fondi pubblici.  Ecco perché questa non è una battaglia estetica ma uno strumento sociale, un ponte per la riqualificazione degli spazi. "Con il sorriso denunciamo, cerchiamo di attirare l’attenzione e richiamano le istituzioni alle loro responsabilità” dice Igor Scalisi Palminteri, palermitano. "Perché qui troppo spesso le promesse rimangono parole e le opere necessarie ferme al palo".

 

 E nella battaglia per rivendicare i diritti negati artisti e scuola formano fronte compatto. I murales sorgono nei punti più critici, promemoria giganti e permanenti di quello che c’è da fare e non è stato fatto. A pochi passi dalla scuola c’è una piazza con un giardino incolto. Qui sorgeva l’asilo nido costruito alla fine degli anni 70, mai entrato in funzione e diventato una “crack house”, luogo di spaccio e di consumo di droga. “Siamo riusciti a farlo abbattere “dicela preside della scuola Sperone Pertini Antonella Di Bartolo “e abbiamo fatto di più, i nostri bambini hanno realizzato un progetto, con la collaborazione di illustri architetti, e lo abbiamo presentato al Comune, ma lì è rimasto, chiuso in un cassetto, nella precedente amministrazione come nella attuale. E il risultato è che il quartiere Sperone dove vivono migliaia di famiglie non ha un asilo nido.

 

L'opera delle artiste argentine Mananeras

Ma non è l’unica opera incompiuta. Il centro servizi sociali è chiuso e attende da mesi la ristrutturazione che dovrebbe cominciare, assicura il Comune, una volta ultimati i rilievi sulla presenza di rifiuti, speciali ma nel frattempo come tutte le opere abbandonate, è diventata anche questa meta di spacciatori e tossicodipendenti.

 

Nel quartiere poi era stato inaugurato un piccolo parco giochi, il primo, l’unico, ma il terreno è stato ricoperto di un pietrisco appuntito, che lo rende pericoloso per i bambini, e i genitori non portano qui i propri figli, che per fortuna possono in alcuni giorni della settimana utilizzare gli spazi aperti della Chiesa dei Mormoni, o le palestre della scuola.

 

 

Biagio Conte, il missionario laico dipinto da Igor Scalisi Palminteri

"Le buone pratiche di partecipazione possono riportare al centro quei luoghi spesso considerati al margine" ribadiscono gli attivisti e gli artisti di  Alleanza Creativa Sperone167 che con questo nuovo intervento d’arte urbana intendono ancora una volta accendere i riflettori e sollecitare la presa di responsabilità istituzionale verso quello che ancora oggi viene negato al quartiere: i diritti e l’infanzia, il paesaggio e il mare, le pari opportunità, le strutture sanitarie e gli spazi aggregativi e sociali. E attraverso il potere rigenerativo delle arti visive, stimola i processi di cambiamento e l'autostima che coinvolgono i bambini e le famiglie del quartiere.

 

Domenica 19 novembre l'inaugurazione della nuova opera con una serie di eventi, spettacoli, momenti di confronto e dibattito.

La nuova opera d'arte urbana di Nino Carlotta

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