Covid, bimbo chiuso in casa per lockdown risarcito da Regione Sicilia

Cronaca
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Un’ordinanza “contingibile e urgente” dell’allora governatore Nello Musumeci gli vietò per cinque giorni di uscire e di giocare all'aperto. Oggi gli è stato accordato un risarcimento simbolico di 200 euro al giorno per un totale di mille euro perchè quel divieto è stato identificato come immotivato e quindi “illegittimo”

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Un moderno Davide contro Golia. Un bambino ha fatto causa (tramite i suoi genitori) alla Regione Sicilia e ha vinto. Durante il lockdown un’ordinanza “contingibile e urgente” dell’allora governatore Nello Musumeci gli vietò per cinque giorni di uscire e di giocare all'aperto. Oggi gli è stato accordato un risarcimento simbolico di 200 euro al giorno per un totale di mille euro. Il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana (l'equivalente del Consiglio di Stato nell'Isola dall'autonomia "specialissima"), ha infatti accolto il ricorso, bocciando l'ordinanza emessa l'11 aprile 2020 dall'allora presidente Musumeci, oggi ministro della Protezione civile.

La storia

Accodandosi a un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, emesso il giorno prima, la Regione varò norme più stringenti per il lockdown: se da Roma era stato imposto il divieto di svolgere qualsiasi attività motoria all'aperto, anche in forma individuale, "ivi inclusa quella dei minori accompagnati dai genitori", ma con la deroga che consentiva di uscire, correre, giocare e sgambare "nei pressi della propria abitazione", la Sicilia fu anche più severa, eliminando quest'ultima, letterale e unica "via d'uscita" da casa. Il risultato, sostiene ora il Cga nella sentenza del 23 marzo ma depositata mercoledì, fu il divieto assoluto di qualsiasi attività all'aperto. Di fatto, fu imposta "una permanenza domiciliare assoluta", equivalente agli arresti in casa. Un divieto oggi identificato come immotivato e quindi “illegittimo”.

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Il ruolo delle Regioni

Scrive il Cga che era "lo Stato ad avere assunto su di sé la predeterminazione delle misure da applicarsi in tutto il territorio nazionale", mentre le Regioni potevano intervenire a condizione che ci fosse un "presupposto fattuale legittimante, un aggravamento epidemiologico posteriore all'ultimo Dpcm emanato", sempre nel rispetto dei "principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio effettivamente presente e comunque sotto la continuativa vigilanza statale". In Sicilia non c'era stato "alcun evento ecatombale che in ipotesi si fosse verificato in poche ore", anzi lo stesso Musumeci dava atto di una situazione sanitaria migliore di quella del resto del Paese. 

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