Campi Flegrei e bradisismo nei secoli, 5 luoghi simbolo
CronacaLa zona, in questo periodo al centro dell'attenzione per la ripresa del bradisismo, è uno scrigno di bellezze e storia da tutelare, legate a doppio filo con la natura vulcanica del territorio. Ecco cinque luoghi che raccontano questo legame
Rischio e bellezza, natura e cultura mai così vicini: sono i Campi Flegrei. La parola “flegrei” viene dal greco “flego”, che significa “ardo”. Fin dall’antichità, questi erano i “Campi Ardenti”. Oggi l’area vulcanica dei Campi Flegrei è tornata a far parlare di sé per la ripresa del bradisismo, sciami sismici di lieve o moderata intensità legati al sollevamento del suolo, dovuto all’attività della caldera, cioè della zona vulcanica. L’area flegrea, situata tra Napoli e i Comuni di Pozzuoli, Quarto, Bacoli e Monte di Procida, è uno scrigno di bellezze e storia da tutelare, legate a doppio filo con la natura vulcanica del territorio. Ecco cinque luoghi che raccontano questo legame.
Tempio di Serapide
Si trova nel Comune di Pozzuoli: era il Macellum, cioè il mercato pubblico della antica città Romana. Viene chiamato Tempio di Serapide perché nel 1750, durante i primi scavi, fu rinvenuta una statua del dio egizio Serapide. Nei secoli è diventato il simbolo del bradisismo flegreo: negli anni Sessanta, ad esempio, il suo pavimento si trovava al di sotto del livello del mare. Oggi invece il pavimento si trova sopra il livello del mare. Per secoli, anche dal punto di vista scientifico, ha rappresentato un indice importante per misurare l’innalzamento o l’abbassamento del suolo conseguenti al bradisismo. La struttura, che si trova vicinissimo al porto, risale al I-II secolo d.C., ha un cortile a pianta quadrata con un porticato. Vi si affacciano le botteghe, con una conformazione simile ad altri mercati pubblici antichi. Ma in qualche modo, “grazie” al bradisismo che lo ha tenuto sommerso per molto tempo, il Tempio di Serapide è tra i mercati meglio conservati. Al momento le visite sono sospese, ma è possibile vederlo dall’esterno.
Parco Archeologico sommerso di Baia
E’ uno dei siti archeologici più scenografici al mondo. Si trova lungo il litorale del Golfo di Napoli, tra Bacoli e Pozzuoli. E’ conosciuta anche come la “Pompei sommersa”, ed è scomparsa sott’acqua nel III secolo d.C. La città è ancora visibile sotto il livello del mare e custodisce resti di domus, ville, terme, mosaici e testimonianze di quello che fu l’antica città di Baia, finita sott’acqua nei secoli a causa del bradisismo. E’ possibile visitare la città sommersa grazie a una barca con il fondo trasparente, ma chi è più esperto può anche prenotare visite guidate subacquee.
Parco archeologico delle Terme di Baia
Speculare alla Baia sommersa, sorge lungo la costa. Ci sono i resti di diverse residenze e complessi termali di epoca Romana, oggi in parte sommersi dalle acque che sono davanti al porto moderno. In età imperiale, l’insediamento raggiunse la sua massima espansione per la quantità e ricchezza delle ville presenti, a volte in modo disordinato per sfruttare al meglio il calore che proveniva dall’attività del sottosuolo: la città fu soprannominata la “piccola Roma” e diventò residenza estiva degli imperatori. La visita offre panorami mozzafiato tra terra e mare alla scoperta di edifici ma anche di spazi termali, chiamati “templi”, dedicati a Mercurio, Venere, Diana, terme della Sosandra; ma all’interno del Parco Archeologico ci sono tanti altri luoghi che meritano una visita, come Cento Camerelle, Piscina Mirabilis, la tomba di Agrippina, il porto militare di Miseno, il teatro e le tombe monumentali.
Rione Terra
E’ il primo nucleo della città di Pozzuoli, il cuore dell’antica città Romana Puteoli. Ed è l'unico luogo che testimonia tutte le fasi della storia della città. In epoca romana, la città di Pozzuoli era il più grande porto commerciale e lo è stato fino alla nascita di Ostia; la rocca dove sorge il Rione Terra, all’epoca molto più estesa di oggi, era il centro degli affari, che poi si ridimensionò con il mutare degli equilibri. Una delle caratteristiche del Rione Terra è la sua stratificazione, dall’epoca Romana a oggi. Un esempio fra tutti è il Duomo di Pozzuoli che fu edificato, all’epoca della dominazione spagnola, sulle mura dell’antico tempio di Augusto e ingloba i suoi resti, che a loro volta avevano inglobato un tempio di età repubblicana. Il Rione Terra, che poi è diventato, fino agli anni Sessanta del Novecento, un rione popolare densamente popolato, è stato considerato nei decenni passati il centro del fenomeno bradisismico: il 2 Marzo del 1970 la rocca venne evacuata a seguito di una presunta crisi bradisismica, anche se tra le motivazioni che indussero le autorità a sgomberare quella zona c’erano le condizioni di vita nel quartiere. Fu ulteriormente danneggiato dal terremoto dell'Irpinia del 1980 e da una nuova recrudescenza del bradisismo negli anni Ottanta, poi abbandonato e vandalizzato per molti anni. Negli anni Novanta una campagna di scavi archeologici ha permesso il recupero di una buona parte della città antica sotterranea, oggi visitabile. Il Rione Terra è da anni in fase di ristrutturazione e valorizzazione, ed è stato riaperto parzialmente al pubblico nel 2014.
Solfatara
E’ uno dei vulcani dei Campi Flegrei, situato a pochi chilometri dal centro di Pozzuoli. E’ uno dei crateri attivi più antichi, è stato epicentro di diversi sciami bradisismici anche negli ultimi mesi; il suo fascino – anche da lontano, poiché le visite sono sospese da diversi anni, dopo un grave incidente – è notevole. Si possono osservare le fumarole, ovvero getti di fango ad elevata temperatura, che si elevano da una fitta vegetazione. L'odore acre di zolfo impregna l'aria. Il fenomeno si può riscontrare anche in altre parti del mondo, indicate con il nome di solfatare proprio per la similitudine con quella puteolana.