Secondo il Presidente della Cei bisogna ripartire dall'educazione. Lavorare sulla giustizia riparativa e puntare sulla crescita del senso di comunità, a partire dal doposcuola. Sul divieto dei telefoni ai minori e la pornografia: "Instilla una modalità di relazione malata e pericolosa"
Puntare sull'educazione: questa è l'azione necessaria secondo il cardinale Matteo Zuppi. Il presidente della Cei è stato intervistato dal quotidiano Il Giornale sul decreto Caivano approvato ieri. "L'inasprimento delle pene può essere un deterrente per affrontare una situazione che ha caratteristiche nuove, ma occorre investire ad esempio sulle carceri minorili, aiutare il reinserimento dei minori che lasciano gli istituti di pena, lavorando sulla giustizia riparativa, garantendo i mezzi e la continuità perché possa svolgere il suo ruolo". La dichiarazione è stata fatta dal cardinale Zuppi durante un intervista riguardo al "decreto Caivano".
Evitare reazioni emotive
"Il tema - ha sottolineato Zuppi - deve tenere sempre conto del contesto più ampio e della sfida educativa, di quel patto che sta venendo meno tra le diverse agenzie educative. Occorre ripartire da lì". Per il presidente della Cei "non si può solo intervenire dopo. Per affrontare la grande questione educativa, perché non diventi velleitario e quindi illusorio o addirittura nocivo, servono interventi concreti. Facendo tesoro anche dei fallimenti, dei ritardi, delle omissioni che favoriscono la crescita di disagi giovanili". Le parole del cardinale sottolineano l'importanza di provvedimenti strutturali. "Dobbiamo evitare reazioni solo emotive - osserva Zuppi - Non bisogna essere buonisti ma nemmeno 'cattivisti'. Occorre affrontare la questione con serietà e fermezza. Confondere l'attività della magistratura minorile e di quanti si occupano di minori con buonismo è sbagliato. Su Caivano, così come su quelle che vengono considerate periferie, tutti sappiamo qual è la situazione: è necessario lavorare
quotidianamente, tutti insieme, sull'ordinario. Esperienze come quelle dei doposcuola sono importantissime perchè ritessono comunità e relazioni spesso carenti o sostituite solo dalle 'bande'. Tutti dobbiamo fare di più".
Divieto del telefono e pornografia
Il cardinale Zuppi si è espresso anche sull'ipotesi discussa negli ultimi giorni di poter togliere il telefono ai minori a partire dai 14 anni autori di reato. "Non saprei quali possono essere modalità possibili per un controllo dell’uso che i minori fanno dei telefoni. E su questo, in primo luogo, è connesso il tema della pornografia e di come questa instilla una modalità di relazione “malata” e pericolosa. Occorre coinvolgere la famiglia, a volte omissiva ma altre volte impaurita davanti alle sfide. Così la scuola. Ripeto: va considerato l’intero aspetto educativo".
Femminicidi
Tra i tanti temi affrontati durante l'intervista viene toccato anche quello della violenza contro le donne. Secondo il cardinale Zuppi: "Molti uomini vivono in modo possessivo la propria relazione, considerando la donna una proprietà privata, un oggetto. Ci sono anche casi di problemi psichiatrici e di tanta solitudine. Quanto accade ci deve interrogare e ci deve spingere a riaffermare con convinzione l’attenzione e il rispetto per la donna, ricostruendo anche un tessuto di comunità che l’individualismo ha disperso accentuando fenomeni di violenza".