Incidente a Senago, così l'ingegnere Paolo Tamburini è morto risucchiato da un ventilatore

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Viveva a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, l'ingegnere 50enne che nella giornata di ieri ha perso la vita presso una ditta di Senago, nel milanese, risucchiato dalla ventola di un ventilatore industriale

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Una tragedia che deve ancora trovare una spiegazione, la morte di Paolo Tamburini, l'ingegnere 50enne che ieri, nel primo pomeriggio, ha perso la vita presso la ditta Acovent di Senago, nel milanese, specializzata nella produzione di ventilatori industriali. L'uomo, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato risucchiato dalla ventola di uno di questi grandi macchinari, di quattro metri per lato, mentre era impegnato in un'operazione di manutenzione.

Le indagini

Tamburini, laureato al Politecnico di Torino in ingegneria meccanica, lavorava presso la Prisma impianti di Basaluzzo, in provincia di Alessandria, a pochi chilometri da casa sua, a Novi Ligure, dove viveva insieme alla moglie e le due figlie. Erano da poco passate le 14 di ieri quando i colleghi hanno lanciato l'allarme: colleghi successivamente interrogati dagli inquirenti, con diversi punti di domanda da chiarire. Uno su tutti perché Tamburini era impegnato in un'operazione di manutenzione, considerando che non era un tecnico meccanico, ma un ingegnere. Intanto il pubblico ministero di turno Cecilia Vassena ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, per cercare di comprendere se ci sia una responsabilità in questa tragedia.

"Lombardia intensifichi i controlli"

"Nessuno dovrebbe più morire di lavoro. Necessario intervenire per porre fine a una tragedia che sembra non avere fine. La Regione intensifichi i controlli che, ad oggi, come ha segnalato anche la Corte dei Conti, non sono sufficienti". Così in una nota la consigliera regionale Pd Roberta Vallacchi dopo la morte di Paolo Tamburini. "È  sempre più necessario l'intervento della Commissione regionale d'inchiesta sulla sicurezza sui luoghi di lavoro che - continua Vallacchi - che deve monitorare le condizioni di lavoro in Lombardia e avanzare proposte per migliorarle. Si tratta purtroppo dell'ennesima tragedia e restare a guardare non è accettabile. Chi lavora deve poterlo fare in sicurezza e poter contare su una solida formazione".

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