Lupi, grifoni e corvi avvelenati: il mistero del Parco d'Abruzzo

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Si tratta di un avvelenamento a catena: di lupi ne sono stati già uccisi nove e mangiando le loro carcasse, sono morti anche cinque grifoni e due corvi imperiali

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Mistero nel parco d'Abruzzo per l'avvelenamento di lupi, grifoni e corvi. Secondo quanto riporta Il Messaggero, potrebbero essere stati i raccoglitori di tartufi che disseminano il terreno con bocconi avvelenati per uccidere i cani dei rivali e non amano avere altri animali selvatici in zona che disturbano. In sostanza, si tratta di un avvelenamento a catena: di lupi ne sono stati già uccisi nove e mangiando le loro carcasse, sono morti anche cinque grifoni e due corvi imperiali. (BRANCO DI LUPI RIPRESO A PIACENZA)

La ricostruzione dei fatti

Molte le esche avvelenate ritrovate. Si tratta di bocconi piccoli, di un chilo o mezzo chilo, in modo tale che il predatore riesca a mangiare tutta l’esca. La sostanza letale? La stricnina, utilizzata nei tempi passati per uccidere la fauna, ma oggi non è così facilmente reperibile. Secondo gli investigatori, sono fortemente indiziati i tartufai. Anche se in questo periodo il prelievo dei tuberi è vietato, spesso vengono sorpresi raccoglitori di frodo. Non solo. Perché nel mirino degli inquirenti ci sono anche gli allevatori di bestiame. Quello portato sui monti a fine primavera, che potrebbero aver così inteso bonificare il territorio dai predatori, lupi principalmente, prima dell’invio delle mandrie dal sud Italia. Le indagini sono aperte e vanno avanti. Intanto, diverse associazioni ambientaliste hanno inviato una lettera alle autorità nazionali, regionali e locali, competenti in materia ambientale e di polizia giudiziaria, per chiedere con forza, azioni incisive, di prevenzione del fenomeno.

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