La scrittrice sarda ha raccontato in un'intervista al Corriere della Sera di avere un carcinoma renale al quarto stadio, e di come sta affrontando la fase più complessa della malattia. La premier in un post su Facebook: "Non ho mai condiviso le sue idee, ma tifiamo per lei"
La premier Giorgia Meloni ha commentato sui social il contenuto dell'intervista rilasciata dalla scrittrice Michela Murgia ad Aldo Cazzullo, sul Corriere della Sera, dove ha raccontato di avere un carcinoma renale al quarto stadio. "Apprendo da una sua lunga intervista che la scrittrice Michela Murgia è affetta da un bruttissimo male. Non l'ho mai conosciuta e non ho mai condiviso le sue idee, ma voglio mandarle un abbraccio e dirle che tifiamo per lei". ha scritto la premier. "E io spero davvero che lei riesca a vedere il giorno in cui non sarò più Presidente del Consiglio, come auspica, perché io punto a rimanere a fare il mio lavoro ancora per molto tempo".
Nel corso dell'intervista, la scrittrice sarda aveva infatti risposto alla domanda di Cazzullo che le chiedeva se non avesse paura della morte: "No. Spero solo di morire quando Giorgia Meloni non sarà più presidente del Consiglio. Perché il suo è un governo fascista."
"Il cancro non è un nemico da distruggere"
Alla domanda sul perché abbia deciso di non operarsi, Murgia ha spiegato che "le metastasi sono già ai polmoni, alle ossa, al cervello. Dal quarto stadio non si torna indietro. L'obiettivo non è sradicare il male, è tardi, ma guadagnare tempo. Mesi, forse molti". Murgia ha anche chiarito di non voler utilizzare un "registro bellico" per raccontare la malattia. "Il cancro è un complice della mia complessità, non un nemico da distruggere - afferma - Non posso e non voglio fare guerra al mio corpo, a me stessa. Il tumore è uno dei prezzi che puoi pagare per essere speciale. Non lo chiamerei mai il maledetto o l'alieno". Definirlo così "sarebbe come sentirsi posseduta da un demone". "Meglio accettare che quello che mi sta succedendo faccia parte di me - afferma - La guerra presuppone sconfitti e vincitori; io conosco già la fine della storia, ma non mi sento una perdente. La guerra vera è quella in Ucraina".