Nel nostro Paese non esiste una legge che prevede un'assenza giustificata per motivi legati al ciclo. Stanno però nascendo delle iniziative, non tanto sui luoghi di lavoro ma negli istituti
Esiste in Spagna, Giappone, Corea del Sud, ma anche Indonesia, Taiwan, Cina e Zambia. Il congedo mestruale, nonostante alcune proposte legislative, in Italia ancora non esiste. O meglio non è arrivato a diventare legge. Sta però diventando realtà non tanto nei luoghi di lavoro ma nelle scuole, dove grazie all'iniziativa di presidi, studentesse e studenti, le ragazze hanno ottenuto e stanno ottenendo il diritto di assentarsi quando stanno male per motivi legati al ciclo.
Negli altri Paesi
La Spagna è il primo Paese europeo ad aver introdotto la possibilità del congedo mestruale. Si tratta di un'assenza retribuita dal lavoro per la quale serve un certificato medico: tre giorni al mese per chi soffre di dolori invalidanti legati al ciclo. Prima della Spagna erano arrivati i Paesi dell'Asia orientale, che in modi diversi prevedono già questo tipo di congedo per le donne.
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In Italia
Nel nostro Paese sono stati presentati alcuni disegni di legge, l'ultimo nel 2023. Intanto però hanno iniziato a prendere l'iniziativa gli studenti, le studentesse e i presidi delle scuole italiane. Tra questi il liceo artistico Nervi Severini di Ravenna e l'Istituto Beccari di Torino. Nel primo caso sono stati i rappresentati di Istituto a presentare al preside un progetto studiato sul caso spagnolo, nel secondo invece è stato il dirigente scolastico a proporre alle studentesse e agli studenti di mettere in campo il progetto. Un'idea che viene incontro al benessere delle ragazze, che spesso soffrono delle cosiddette malattie invisibili e non vengono tutelate sufficientemente.