Strage Erba, procuratore Como: "Condanna non lascia perplessità"

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Il sostituto procuratore generale di Milano Tarfusser ha chiesto di riaprire il caso parlando di un “errore giudiziario”. Il procuratore Astori però respinge le accuse: "La responsabilità di Rosa Bazzi e Olindo Romano è stata affermata nei tre gradi di giudizio"

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Il procuratore di Como Massimo Astori, respinge le accuse mosse al suo ufficio nel corso delle indagini sulla strage di Erba. "Senza giustificazione alcuna - scrive in un comunicato - a distanza di 16 anni, espressioni del pg contengono accuse di condotte abusive e illegittime se non di veri e propri reati a carico di magistrati della procura di Como". E’ l’11 dicembre del 2006 quando divampa un incendio in una palazzina a Erba, in provincia di Como. In quella palazzina, al numero 25 di via Diaz, i soccorritori trovano quattro cadaveri: si tratta di Raffaella Castagna (30 anni), di suo figlio Youseff (due anni e tre mesi), di sua madre Paola Galli (60 anni) e di una loro vicina di casa, Valeria Cherubini (55 anni). C’è anche un sopravvissuto: è Mario Frigerio, marito di Cherubini. A ucciderli però non sono state le fiamme ma i colpi di spranghe e armi da taglio con cui Olindo Romano e Rosa Bazzi si sono abbattuti su di loro. I due coniugi sono stati condannati all’ergastolo il 3 maggio 2011. Lo scorso aprile, però, il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser ha chiesto di riaprire il caso parlando di un “errore giudiziario” che potrebbe essere sfociato in una condanna ingiusta.

Procuratore Como: indagini "svolte nel pieno rispetto"

Il procuratore Astori però non accetta le accuse. "La responsabilità di Rosa Bazzi e Olindo Romano - scrive in una nota - è stata affermata nei tre gradi di giudizio. I giudici hanno espresso valutazioni ampiamente positive delle prove raccolte dalla pubblica accusa e hanno accolto integralmente nei tre gradi di giudizio le richieste dei rappresentanti dell'ufficio del Pm. La lettura delle corpose e approfondite sentenze che hanno motivato la condanna all'ergastolo di entrambi gli imputati, atto imprescindibile e doveroso per chiunque intenda formulare pubblicamente osservazioni, non lascia spazio a perplessita'". Il procuratore ribadisce come nel corso delle tre fasi di giudizio "svolte nel pieno rispetto delle garanzie processuali e con la costante partecipazione della difesa", i giudici hanno più volte affermato la correttezza di magistrati e investigatori e che sono state raccolte "prove incontestabili" e non solo le confessioni. 

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La nota del procuratore Astori

Dal 2015 ad oggi inoltre, secondo la procura di Como "ai tre gradi di giudizio e ai due giudizi incidentali", sono seguite numerose altre pronunce sulle istanze di nuove indagini o di revisione del processo, tutte respinte. "Le confessioni - continua la nota - sono state dettagliate sino alla descrizione di ogni minimo e piu' atroce particolare e accompagnate a ulteriori prove emerse". E le stesse confessioni "sono state seguite, nei mesi successivi, da ulteriori dichiarazioni confessorie a più interlocutori e persino da appunti manoscritti". "La ritrattazione è stata frutto di un cambio di strategia processuale". Se non stupisce comunque che "le difese intendano legittimamente proporre nuove iniziative", stupisce "che la proposta di revisione, frutto dell'iniziativa individuale di un sostituto procuratore generale della Procura generale presso la Corte D'Appello di Milano sia stata rapidamente ed integralmente divulgata prima della sua trasmissione all'Autorità competente" Astori contesta poi espressioni del Pg come 'uso pesante di fonti di prova come grimaldelli per convincere i fermati a confessare' e 'manipolazioni da parte dei Carabinieri'. "Le espressioni sopra riportate - commenta - contengono accuse di condotte abusive e illegittime, se non veri e propri reati, a carico di magistrati, senza giustificazione alcuna. La procura di Como in questi 16 anni si è consegnata a un doveroso quanto rigoroso silenzio, guidata dal rispetto della legge, delle parti processuali e degli stessi condannati. La procura auspica - conclude la nota - che altrettanto rispetto sia adottato, nelle forme e nei contenuti, da tutti coloro che si accostano a questa drammatica vicenda, al cui fondo rimane il profondo dolore di chi ne è stato colpito. Tutelerà comunque, nelle sedi e con le forme opportune, l'immagine dell'ufficio, a difesa dei singoli magistrati e della loro correttezza professionale".

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