"La dottoressa Barbara Capovani aveva una grande passione per la vita e per questo difficile mestiere; una donna sensibile e disponibile con tutti". Così la ricordano i colleghi
Non ce l'ha fatta la dottoressa Barbara Capovani, aggredita fuori dall'ospedale di Pisa da un ex paziente e deceduta in ospedale. "Tutti abbiamo pregato e sperato che la dottoressa Barbara Capovani potesse riprendersi dalle ferite atroci e invece ci ha lasciati dopo aver lottato per ore. Dolore profondo della Toscana tutta che ci lascia sgomenti - scrive il presidente della Regione Eugenio Giani sui social -. Ci viene strappata una convinta psichiatra che aveva scelto la sanità pubblica dedicandosi negli anni con generosità, amore e professionalità a centinaia di pazienti".
Chi era Barbara Capovani
I familiari - la donna lascia il marito e tre figli - hanno chiesto la donazione degli organi. Barbara Capovani, 55 anni, si era laureata in Medicina trent'anni fa. Il suo impegno l'aveva portata a essere alla guida del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura del Santa Chiara. Ai tempi del liceo Galilei, riporta il Corriere Fiorentino, era tra i punti di riferimento nella lista di sinistra degli studenti. "Barbara era un pilastro della scuola, ed era impossibile non conoscerla – scrive Sergio Bontempelli - Era una ragazza solare, intelligente, sensibile, e molto dolce.
Il ricordo dei colleghi
I colleghi del Dipartimento per la salute mentale e dipendenze dell'Asl Toscana nord ovest parlano della tragica morte come di "un vuoto", "una grande mancanza per la città di Pisa e per la comunità sanitaria che rappresentava con tanta competenza, perché la dottoressa Barbara Capovani aveva una grande passione per la vita e per questo difficile mestiere; una donna sensibile e disponibile con tutti. Affrontava ogni questione, anche le più difficili, in prima persona, senza delegare. Aperta ai cambiamenti e sempre propositiva sul lavoro".
Le dimissioni dell'assassino
Capovani nel 2019 firmò le dimissioni dal reparto di Gianluca Paul Seung, l'uomo accusato di averla aggredita causandone la morte, comunicando al medico curante la diagnosi di "disturbi narcisistico, antisociale, paranoico di personalità". Seung venne ricoverato dal 27 novembre al 4 dicembre 2019 a Psichiatria su disposizione del giudice, dopo un arresto, "per la valutazione psicopatologica e le eventuali cure". In seguito fu trasferito alla misura degli arresti domiciliari. La dottoressa Capovani il 4 dicembre 2019 scriveva che dalle "numerose visite" durante il ricovero "sono emersi numerosi sintomi appartenenti allo spettro" di quei disturbi. Sintomi, spiega il referto, "che non riteniamo responsivi al trattamento farmacologico perché strutturati nell'assetto di personalità", mentre invece "non sono emersi disturbi della forma del pensiero, non fenomeni dispercettivi, non oscillazioni dell'umore, non elevazione della quota ansiosa". Per la dottoressa Capovani "il paziente appare totalmente consapevole delle proprie azioni e del loro disvalore sociale".