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'Ndrangheta, la Guardia di Finanza sequestra il ristorante "Lo Stalliere" a Modena

Cronaca

Indagato un 64enne ritenuto "attiguo ai Piromalli di Gioia Tauro" dalla Fiamme gialle. L'uomo figurava assunto nel locale come semplice cameriere ma gli inquirenti ritengono che fosse lui a gestire l'esercizio appositamente intestato a un prestanome

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La Guardia di Finanza di Bologna ha sequestrato a Modena il noto bar ristorante 'Lo Stalliere' ritenuto contiguo alla 'ndrangheta calabrese nell'ambito di un'indagine che ha visto quattro persone destinatarie di provvedimenti cautelari per trasferimento fraudolento di valori e altri reati. Con un provvedimento richiesto dalla Dda e firmato dal gip di Bologna Domenico Truppa, le Fiamme gialle hanno posto sotto sequestro l'intero complesso aziendale (conti correnti, beni immobili e quote societarie) dell'esercizio. Il principale indagato è il 64enne calabrese Rocco Gioffrè, originario di Gioia Tauro e ritenuto - si legge nell'ordinanza - "contiguo alla criminalità organizzata calabrese e indicato da vari collaboratori di giustizia quale attiguo alla 'ndrina Piromalli di Gioia Tauro". 

Il locale affidato a un curatore per proseguire l'attività

Gli altri indagati sono due emiliani, un 68enne e una 38enne di Parma, e un 41enne di Torre del Greco (Napoli), secondo l'accusa intestatari fittizi del ristorante, di cui il vero 'dominus' occulto era il 64enne, ufficialmente assunto come semplice cameriere. Le indagini della Finanza di Bologna, coordinate dal pm Marco Forte, hanno accertato che l'uomo ha fittiziamente intestato ai prestanome le quote sociali, i conti correnti e tutti i beni strumentali riconducibili all'attività di ristorazione, con lo scopo di eludere l'applicazione di misure di prevenzione patrimoniali. Dopo il sequestro, il locale è stato affidato ad un curatore per garantire la prosecuzione dell'attività. 

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Il ristorante aveva ricevuto 50mila euro come ristoro dopo la pandemia

Nei mesi scorsi, l'attività commerciale ha anche ricevuto circa 50.000 euro dallo Stato sotto forma di ristori aziendali per le chiusure durante la pandemia, denaro che il 64enne avrebbe utilizzato per acquistare o noleggiare auto di lusso (tra cui due Maserati Ghibli), con canoni da 1.500 euro al mese. Beni che in realtà non avevano nulla a che fare con l'attività di ristorazione ma che venivano utilizzati per scopi personali. "Lo Stato ci ha regalato altri 8.000 euro" dice l'uomo in una conversazione telefonica con la madre, intercettata dagli investigatori. L'indagine rappresenta, spiega la Finanza, una seconda tranche dell'operazione 'Radici', che lo scorso ottobre aveva portato all'esecuzione di 23 misure cautelari personali e al sequestro di beni per un valore di 30 milioni di euro circa. 

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