Continua il calo dei casi e dei morti di Covid segnalati nel mondo. Nei 28 giorni dal 30 gennaio al 26 febbraio, a livello globale sono stati registrati circa 4,8 milioni di contagi e oltre 39mila decessi. E' quanto emerge dal bollettino diffuso dall'Organizzazione mondiale della sanità. Rispetto ai report delle scorse settimane sembra frenare la discesa dei contagi in Europa, con un -7% contro i cali a due cifre sostenute degli ultimi bollettini. Bergamo, 19 indagati tra cui Conte e Speranza
Pm: "Cts sapeva di rischio catastrofe già da 28/2/20"
Già dal 28 febbraio 2020 il primo Comitato tecnico scientifico era a conoscenza dello "scenario più catastrofico per l'impatto sul sistema sanitario e sull'occupazione delle terapie intensive" in Lombardia dovuto alla diffusione del Coronavirus. E' quanto scrive la Procura di Bergamo nell'avviso di chiusura delle indagini preliminari dell'inchiesta sulla gestione del Covid nella provincia orobica. E ciononostante - contestano i pm - i componenti, tra cui Silvio Brusaferro, Franco Locatelli e Agostino Miozzo, non proposero "l'estensione delle misure previste per la c.d. "zona rossa" ai comuni della Val Seriana, inclusi i comuni di Alzano Lombardo e Nembro".
Pm: "Gallera e altri causarono diffusione incontrollata"
Nonostante i numerosi alert dell'Oms che mettevano in guardia sull'avanzare del contagio da Covid come "un'emergenza internazionale di sanità pubblica", l'ex assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera e altri indagati, a vario titolo, non avrebbero attuato le "azioni di sorveglianza", le "azioni di sanità pubblica", le "azioni per garantire trattamento e assistenza", le "azioni per garantire adeguata formazione del piano sanitario" "causando la diffusione incontrollata del virus". Lo scrivono i pm di Bergamo nell'avviso di chiusura delle indagini. L'accusa viene mossa oltre che a Gallera anche a Claudio D'Amario (direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute), Silvio Brusaferro (direttore dell'Iss), Luigi Cajazzo (direttore generale della sanità lombarda), Angelo Borrelli (capo del Dipartimento della Protezione Civile).
Crisanti: "Restituita a italiani verità su decisioni"
"La motivazione principale mia e della procura è stata restituire agli italiani la verità su quelli che sono stati i processi decisionali che hanno portato a determinate scelte. Con la consulenza è stata fornita una mappa logica su quello che è successo". È il commendo di Andrea Crisanti, microbiologo all'Università di Padova e ora senatore del Pd, che ha firmato la maxi consulenza depositata ai pm di Bergamo nell'indagine sulla gestione del Covid nella Bergamasca che vede tra gli indagati l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex ministro Roberto Speranza e il governatore della Lombardia Attilio Fontana.
Parenti vittime Bergamo: "Ora si riscrive la storia"
Emozione stamane fra i parenti delle vittime di Covid davanti alla Procura di Bergamo dopo che ieri è stata chiusa l'indagine sulla gestione della prima fase della pandemia. Con loro c'era l'avvocato Consuelo Locati, che coordina il team dei legali. "C'è grande gratitudine adesso" - hanno sottolineato i familiari - "perché per noi si riscrive la storia in questo momento. È ormai chiaro che non è stato uno tsunami improvviso e che qualcuno sarebbe dovuto intervenire". I familiari delle vittime hanno portato con sé gli esposti a loro tempo presentati proprio in Procura a Bergamo.
Pm: "La catastrofe era nota già dal 28 febbraio 2020"
Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità e altri, tra cui componenti del Cts e dirigenti ministeriali, indagati per epidemia colposa assieme anche ad Attilio Fontana e Giuseppe Conte, avevano "a disposizione", almeno dal 28 febbraio 2020, "tutti i dati" per "tempestivamente estendere" la zona rossa anche alla Val Seriana. Erano contenuti nel "Piano Covid elaborato da alcuni componenti del Cts coordinati dal prof. Stefano Merler". Documento che "già prospettava" lo "scenario più catastrofico per l'impatto sul sistema sanitario". Lo scrive la Procura di Bergamo nell'avviso di chiusura indagini.
Pm: "Zona rossa avrebbe evitato oltre 4 mila morti"
Il governatore lombardo Attilio Fontana avrebbe causato "la diffusione dell'epidemia" in Val Seriana con un "incremento stimato non inferiore al contagio di 4.148 persone, pari al numero di decessi in meno che si sarebbero verificati" se fosse stata "estesa la zona rossa a partire dal 27 febbraio 2020". Lo scrive la Procura di Bergamo in un'imputazione per epidemia colposa di cui risponde anche l'ex premier Giuseppe Conte, la cui posizione è stata trasmessa, però, al Tribunale dei ministri.
Pm: "Conte e Speranza hanno causato morte persone"
L'ex premier Giuseppe Conte e l'allora ministro della Salute Roberto Speranza, assieme ad altri indagati tra cui il governatore lombardo Attilio Fontana, hanno "cagionato per colpa la morte" di una cinquantina di persone. Lo scrive la procura di Bergamo nell'avviso conclusione indagini notificato a 17 persone.
Prrocuratore Bergamo: ‘Al di là di accuse, spero che indagine sia strumento per riflessione’
“La mia speranza è che tutto questo, al di là delle accuse e delle polemiche che senz’altro ci saranno, sia comunque uno strumento di grandissima e pacata riflessione”. Lo ha detto il procuratore di Bergamo, Antonio Chiappani, parlando in collegamento telefonico con la trasmissione ‘Agorà’ su Rai 3 dell’indagine condotta dalla procura che lui guida sulla gestione della prima fase dell’emergenza Covid nella Bergamasca.
“La nostra scelta – ha spiegato il magistrato - è stata quella di offrire tutto il materiale raccolto ad altri occhi, che saranno quelli di un giudice e di un contraddittorio con i difensori, perché è giusto che la ricostruzione la diano anche gli interessati e da tutto questo ricavare l’esperienza non solo di carattere giudiziario, ma se si vuole anche scientifico e amministrativo. Cioè una lezione e una grandissima riflessione”.
“La nostra scelta – ha spiegato il magistrato - è stata quella di offrire tutto il materiale raccolto ad altri occhi, che saranno quelli di un giudice e di un contraddittorio con i difensori, perché è giusto che la ricostruzione la diano anche gli interessati e da tutto questo ricavare l’esperienza non solo di carattere giudiziario, ma se si vuole anche scientifico e amministrativo. Cioè una lezione e una grandissima riflessione”.
Covid, procuratore Bergamo: ‘Davanti a migliaia di morti non potevamo archiviare’
“Di fronte alle migliaia di morti e di fronte a delle consulenze che ci dicono che questi potevano essere anche eventualmente evitati, noi non potevamo chiudere con un’archiviazione l’inchiesta”. Lo ha detto il procuratore di Bergamo, Antonio Chiappani, parlando in collegamento telefonico con la trasmissione ‘Agorà’ su Rai 3 dell’indagine condotta dalla procura che lui guida sulla gestione della prima fase dell’emergenza Covid nella Bergamasca. “Il motivo che ha sorretto l’indagine in questi anni” è stata la volontà di “sapere cos’è successo”, ha spiegato il magistrato.
Covid, Fontana: manca notifica avviso garanzia
"Non ho ancora ricevuto l'avviso di garanzia, quindi se lei mi chiede di che cosa sono indagato, rispondo non lo so, al di là di quello che hanno scritto i giornali. Ero stato sentito due anni fa circa come testimone, poi non ho saputo più nulla. Ho letto dai giornali che ero indagato. Al di là della correttezza, per me quell'atto deve arrivare con avviso di garanzia notificato in plico chiuso". Lo ha detto il governatore della Lombardia Attilio Fontana rispondendo a una domanda sull'inchiesta avviata dalla Procura di Bergamo.
Covid, Chiappani: zona rossa poteva deciderla anche regione
La 'zona rossa' poteva essere predisposta sia dal governo che dalla Regione Lombardia. Quello che già si intuiva dall'esito dell'inchiesta che vede indagati l'ex premier Giuseppe Conte e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il procuratore di Bergamo Antonio Chiappani lo ribadisce ai microfoni di 'Radio 24': "Col decreto del 23 febbraio 2020 era stata richiamata la precedente legislazione sanitaria per cui in caso di urgenza c'era la possibilità di decidere la chiusura sia a livello regionale che locale". Poi, ha spiegato Chiappani, questa possibilità va messa in correlazione alla "consapevolezza che potesse avere un sindaco o un presidente di Regione rispetto all'emergenza e ai dati che aveva in possesso sull'emergenza". Nel suo intervento, il magistrato ha parlato in generale di "insufficiente valutazione del rischio pandemico" e del fatto che il piano pandemico del 2006, anche se non aggiornato, avrebbe dovuto essere attuato pur se obsoleto.
Covid, parenti vittime davanti a Procura Bergamo: 'Grazie'
"Per tre anni nessuno ci aveva ascoltato, mentre oggi vogliamo essere grati alla Procura di Bergamo". Così una decina di familiari delle vittime del Covid si è espressa questa mattina davanti alla Procura bergamasca, che ieri ha chiuso l'indagine sulla pandemia, con 22 indagati tra cui l'ex premier Giuseppe Conte e l'ex ministro Roberto Speranza. Grande la commozione in piazza Dante: "Non è un atto d'accusa il lavoro della Procura - hanno detto - ma una ricostruzione" di quella che hanno definito la "strage bergamasca". Presenti familiari giunti dalla Bergamasca e dalle province limitrofe. Con loro il team di legali che li assiste.
Covid, Lupi (Nm): 'Indagare Conte e Speranza per epidemia colposa è surreale'
"Siamo stati all'opposizione di Conte e Speranza, ma indagarli per 'epidemia colposa' è surreale. davvero qualcuno pensa che si sarebbe potuta fermare una pandemia che ha colpito tutto il mondo?". Così Maurizio Lupi, leader di Noi moderati.
Legale famiglie vittime: ‘inchiesta onora memoria di chi non c’è più’
"Con questa indagine si è riscritta la storia. Hanno sempre detto che era uno tsunami contro cui non si poteva fare nulla, invece non è stato uno tsunami, almeno a partire dal 5 gennaio 2020 le istituzioni erano al corrente ma non fanno fatto nulla". Con queste parole Consuelo Locati, uno degli avvocati dell’associazione ‘Sereni e sempre uniti’ che rappresenta i familiari di numerose vittime, commenta la chiusura dell’inchiesta sul Covid della procura di Bergamo. Il risultato della procura fornisce "grande forza alle famiglie per onorare la memoria di chi non c’è più, ridà la dignità che gli è stata tolta anche nella sepoltura. Questa è una prima fase processuale" spiega l’avvocato in un presidio organizzato davanti alla Procura di Bergamo per ringraziare il lavoro dei magistrati. "Il nostro è un grazie immenso per questa indagine e per il coraggio dei magistrati di Bergamo che non hanno archiviato e hanno cercato di dare risposte in un territorio devastato dai lutti" conclude il legale.
Ippolito: 'indagato? Appreso da media, piena fiducia in magistratura'
"Non ho ricevuto nessuna comunicazione. Ho appreso dai media di essere indagato. Ma, in ogni caso, ho piena fiducia nella magistratura. Attendiamo serenamente gli esiti". Così all'Adnkronos Salute, in merito alla chiusura dell'inchiesta di Bergamo sulla prima ondata Covid, Giuseppe Ippolito, all'epoca direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma e componete del Comitato tecnico scientifico per l'emergenza coronavirus.
Legale Fontana: ‘non ricevuta ancora notifica, non si può essere trattati così’
“Non si può essere trattati così: prima ti sentono come testimone, poi il pm dice è competenza romana, passano due anni, non si ricevono avvisi, né nulla e poi si scopre di essere indagati, è inaccettabile”. Lo dice all’Adnkronos l’avvocato Jacopo Pensa, difensore del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che in questo momento si trova a Roma e non ha ancora ricevuto la notifica della conclusione indagini da parte della procura di Bergamo. “Hanno seguito una procedura completamente sballata”, osserva il legale, riferendosi alla “fuga di notizie” che ha determinato il fatto che gli indagati, tra cui – oltre a Fontana – l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, abbiano scoperto della chiusura delle indagini dalla stampa.
Procuratore Bergamo: piano pandemico andava attuato
"Il nostro problema è stato sì quello del mancato aggiornamento del piano pandemico, e questo riguardava un lato ministeriale, ma anche la mancata attuazione di quegli accorgimenti preventivi che già erano previsti nel piano antinfluenzale comunque risalente al 2006". Lo ha chiarito il procuratore di Bergamo Antonio Chiappani, ai microfoni di Radio24, a proposito del tema del piano pandemico, uno dei capitoli dell'inchiesta sulla pandemia di Covid, appena chiusa.
Covid, Gb: messaggi rubati imbarazzano ex ministro Tory
Si allarga la polemica sul potenziale scandalo 'Hancock-leak', innescato nel Regno Unito dalla pubblicazione (selezionata) di messaggi WhatsApp scambiati con colleghi e collaboratori nei primi tempi dell'emergenza Covid da Matt Hancock: controverso ex ministro della Salute britannico fino a metà della premiership di Boris Johnson caduto ormai in disgrazia. I messaggi, snocciolati a puntate dal giornale filo-conservatore Daily Telegraph (contrario, in sintonia con la destra Tory più libertaria, alla linea delle restrizioni sanitarie imposte da Hancock in una certa fase della pandemia), stanno suscitando scalpore e sospetti. Gli ultimi hanno rivelato uno scontro fra l'ex titolare della Sanità e l'allora ministro dell'Istruzione, Gavin Williamson, sulla decisione presa in quei mesi di chiudere a scopo cautelare - come in altri Paesi europei - le scuole: scelta sulla quale Hancock, stando ai testi, avrebbe ignorato l'opposizione del collega. Dai WhattsApp era saltata già fuori ieri l'accusa all'ex responsabile della Sanità di non aver dato ascolto in un primo momento alla raccomandazione del consulente medico capo del governo, il professor Chris Whitty, sulla necessità evocata fin dall'aprile 2020 di sottoporre a tampone tutti gli anziani ricoverati nelle Rsa al fine di limitare i contagi e le molte vittime che alla fine si sono verificate in effetti nelle case di cura. Oltre che d'aver avallato presunti episodi di favoritismo, in un periodo di carenza di tamponi disponibili, facendo per esempio arrivare nel pieno della crisi - via corriere - un kit a casa di un altro ministro dell'epoca, Jacob Rees-Mogg, per far sottoporre al test un suo figlio. Hancock contesta tuttavia le accuse, sostenendo che i messaggi sarebbero stati ritagliati ad arte e in parte manipolati da Isabel Oakeshott, giornalista del Telegraph (e militante ultraconservatrice delle campagne anti lockdown) a cui egli stesso si era rivolto qualche tempo fa per scrivere a quattro mani un volume di memorie. Ma che poi l'ha tradito, violando deliberatamente un accordo di riservatezza firmato con lui sulle comunicazioni messe a sua disposizione per il libro: come Oakeshott ha del resto ammesso, sostenendo di averlo fatto per asserite ragioni di "interesse pubblico" e di timori "d'insabbiamento".
Procuratore Bergamo: 'zona rossa' era prevista
Con un "decreto" del "23 febbraio 2020 era stata richiamata la legislazione sanitaria precedente, per cui nel caso di urgenza c'era la possibilità sia a livello regionale sia anche a livello locale di fare atti contingibili e urgenti in termine tecnico, cioè di chiudere determinate zone, c'era questa possibilità e poteva essere fatto proprio in virtù di questo diretto richiamo, fatto in un decreto di emergenza del 23 febbraio". Lo ha spiegato il procuratore di Bergamo Antonio Chiappani, ai microfoni di Radio24, in merito all'inchiesta appena chiusa sulla gestione della pandemia e in particolare al tema della 'zona rossa'.
Covid: Chiappani, contestato il reato di epidemia colposa
"Noi abbiamo contestato l'epidemia colposa e questo è un reato": il procuratore di Bergamo Antonio Chiappani lo ha detto ad Agorà parlando della inchiesta sulla gestione della pandemia Covid di cui si sono appena chiuse le indagini e in cui risultano indagati fra gli altri l'ex premier Giuseppe Conte e l'ex ministro della Salute Roberto Speranza. Indagini durate tre anni. "Il lavoro che è stato fatto è mastodontico" ha aggiunto ricordando che sono state ricostruite le vite di tante persone, valutate "migliaia di mail, sms" e ci sono state "tre consulenze durate oltre un anno".