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Covid, le notizie di oggi. Oms: -76% casi e -66% morti in un mese nel mondo

Continua il calo dei casi e dei morti di Covid segnalati nel mondo. Nei 28 giorni dal 30 gennaio al 26 febbraio, a livello globale sono stati registrati circa 4,8 milioni di contagi e oltre 39mila decessi. E' quanto emerge dal bollettino diffuso dall'Organizzazione mondiale della sanità. Rispetto ai report delle scorse settimane sembra frenare la discesa dei contagi in Europa, con un -7% contro i cali a due cifre sostenute degli ultimi bollettini. Bergamo, 19 indagati tra cui Conte e Speranza

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Crisanti: "Su Azzano usato metodo per disastri aerei"

Nella perizia sulla gestione del Covid nella Bergamasca "abbiamo dovuto usare delle metodologie innovative, perché nessuno prima aveva osato affrontare dal punto vista periziale una situazione così complessa. Per risolvere il problema dell'ospedale di Azzano abbiamo usato le metodologie che vengono usate per i disastri aerei, per scandagliare in maniera minuziosa ogni possibile relazione causale" Lo ha riferito all'ANSA il prof. Andrea Crisanti. "Abbiamo utilizzato dati - ha aggiunto - che ci hanno permesso di ricostruire puntualmente giorno per giorno la dinamica dell'epidemia e utilizzato modelli matematici altamente predittivi". 
- di Redazione Sky TG24

In Sardegna 75 nuovi casi e un decesso

In Sardegna si registrano oggi 75 ulteriori casi confermati di positività al Covid (di cui 65 diagnosticati con tampone antigenico). Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 995 tamponi. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 9 ( come ieri ). I pazienti ricoverati in area medica sono 147 ( come ieri ) mentre sono 3297 i casi di isolamento domiciliare ( - 1 ). Si registra il decesso di un uomo di 86 anni, residente nella provincia di Sassari. Lo rende noto la Regione Sardegna
 
- di Redazione Sky TG24

Toti: "Indagine assurdità di proporzioni colossali"

"Premesso che non ho letto gli atti, mi sembra un'assurdità di proporzioni colossali indagare su un fenomeno che oggi conosciamo, con il senno di oggi, ovvero su quel che si fece allora quando erano totalmente ignoti il nostro nemico e i rimedi che potevano essere presi". Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti commenta l'inchiesta della Procura di Bergamo. "Ricordo benissimo quel momento avendolo vissuto in prima persona, anche con i protagonisti dell'indagine, tutte le persone hanno francamente fatto il meglio che potevano alle conoscenze date - ricorda Toti -. Utilizzare lo strumento del tribunale per giudicare quanto avvenuto nella pandemia in quei giorni oscuri mi sembra qualcosa di totalmente insensato, indegno di un Paese civile come l'Italia e anche del dramma che tante persone hanno vissuto lottando contro una malattia che non conoscevamo e con cognizioni scientifiche labili". "Non credo siano le aule di tribunale a dover giudicare quel che è successo in quel periodo buio, oscuro e doloroso - ha concluso -, non porterà a nulla in termini di verità e neppure di ulteriore conoscenza di quanto accaduto". 
- di Redazione Sky TG24

Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute del Conte 2, difende Speranza

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- di Redazione Sky TG24

Pm Bergamo: "Falsità su sanificazione ospedale Alzano, 35 sanitari contagiati"

Sarebbero almeno 36 (35 operatori sanitari e un impiegato amministrativo, due dei quali morti) i dipendenti dell’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo che secondo la procura di Bergamo si sono contagiati all’inizio dell’emergenza Covid, a causa della mancata adozione di “tutte le misure tecniche, organizzative e procedurali” utili a “contenere la diffusione del virus” della struttura. Per questo sono indagati il direttore generale dell’Asst di Bergamo Est, Francesco Locati, il direttore sanitario Roberto Cosentina e il dirigente medico Giuseppe Marzulli. 
Tra le condotte a vario titolo contestate, il non aver verificato la disponibilità di guanti, mascherine, tute e sovra-scarpe e il non aver effettuato “uno screening radiologico Tac ai pazienti ricoverati al 23 febbraio, che manifestavano una insufficienza respiratoria”, che, in assenza di tamponi, secondo i magistrati avrebbe consentito di fare una diagnosi di Covid “per almeno 25 pazienti”, prevedendo poi misure di “isolamento e quarantena sia dei malati che del personale sanitario venuto a contatto con i pazienti infetti”. 
A Locati e Cosentina la procura di Bergamo contesta anche il falso ideologico: il secondo, il 28 febbraio 2020, in una nota indirizzata all’Ats di Bergamo, avrebbe scritto che già dal 23 febbraio “non appena avuto il sospetto e la successiva certezza della positività al tampone sono state immediatamente adottate le misure previste" nell’ospedale di Alzano Lombardo. Una dichiarazione “falsa” secondo i magistrati, data “l'incompleta sanificazione del ps e dei reparti del presidio stesso”. Locati, nelle relazioni dell’8 e del 10 aprile 2020 trasmesse all’ex assessore Giulio Gallera e all’ex dg Walfare Luigi Cajazzo, avrebbe riferito che “nel breve lasso di tempo in cui il presidio è stato chiuso il 23 febbraio, si è provveduto alla sanificazione degli ambienti” e che già dal 23 febbraio al pronto soccorso di Alzano Lombardo era previsto “un percorso d'accesso separato per i pazienti sospetti Covid”. “Circostanze queste – scrivono i magistrati nell’avviso di conclusione indagini - tutte pure rivelatesi false”. 
- di Redazione Sky TG24

Covid, omissioni e incertezze sulla gestione dell'emergenza (VIDEO)

- di Redazione Sky TG24

Covid, familiari vittime: "Ci dovete la verità, mai più impreparati"

"Il sacrificio dei nostri cari non sia vano. Mai più una pandemia, una qualsivoglia emergenza, ci trovi impreparati". E' l'appello lanciato da Consuelo Locati, dell'associazione 'Sereni e sempre uniti' che rappresenta i familiari delle vittime di Covid, sentita oggi in audizione informale in Commissione Affari sociali della Camera nell'ambito dell'esame delle proposte di legge per l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. "Noi vogliamo sapere che cosa è successo, non ci interessa la politica. A voi noi chiediamo un'altra verità", dice. "Voi avete il dovere ridare a tutti noi la speranza di credere in qualcosa, la verità". 
"Siamo stati abbandonati, ci siamo sentiti di vivere in una realtà surreale. La Bergamasca è stato il luogo della strage più devastante dal secondo Dopoguerra. In un mese circa sono decedute più di 6mila persone come eccesso di mortalità rispetto ai 5 anni precedenti", evidenzia Locati che pone una serie di domande: "Perché non si è intervenuti almeno a partire dal 5 di gennaio del 2020 al primo alert dell'Oms? Perché non ci è stato comunicato che il virus era già nelle nostre case e, invece di metterci al corrente del rischio che correvamo, ci dicevano che tanto era poco più di una banale influenza? E nella Bergamasca perché non si è intervenuti subito a isolarci? Noi chiedevamo di essere isolati, ma nessuno lo ha mai fatto. Perché sono stati inviati i militari nella Bergamasca il 5 marzo del 2020 e poi sono stati ritirati tre giorni dopo? Non può di certo essere un segreto di Stato, questa spiegazione non possiamo accettarla". 
Locati cita poi "il piano pandemico non adeguato, non attuato". La verità, incalza, "è che dovevamo essere pronti e non lo eravamo. Chi ci rappresenta ufficialmente ci dia risposte chiare, sincere, trasparenti - esorta - Riteniamo di avere questo diritto, perché riteniamo che queste risposte rappresentino il rispetto che le nostre istituzioni riconoscono a noi familiari e prima ancora ai nostri cari che non ci sono più. Noi abbiamo dato fiducia al Parlamento, ma finora questa fiducia non ci è stata ripagata. La Commissione d'inchiesta sarebbe la prova che anche le istituzioni vogliono riprendere una relazione coi propri cittadini. E le risposte devono essere date in tempi ragionevoli. A noi non serve un giorno per ricordare i nostri cari, perché li ricordiamo tutti i giorni e promettiamo loro che avranno giustizia e non solo nei tribunali, ma anche attraverso quelle verità che solo il Parlamento ci può dare. L'auspicio è che venga istituita una Commissione d'inchiesta bicamerale proprio per mantenere alta l'attenzione su una delle pagine più buie della nostra storia, perché analizzare ogni errore e ogni sbaglio serve perché la strage che abbiamo vissuto non si ripeta più". 
- di Redazione Sky TG24

Pm Bergamo: "Solo il 2 marzo Cts propose zona rossa"

Solo il 2 marzo del 2020 nel corso di un incontro con l'allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il Comitato Tecnico Scientifico aveva evidenziato "la necessità di 'misure di limitazione di ingresso e uscita oltre che distanziamento sociale'", ossia di istituire una zona rossa, nei comuni di Alzano Lombardo e Nembro, zona che poi non venne istituita. Lo si legge nell'avviso di chiusura dell'inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione del Covid in Val Seriana in cui tra gli altri sono indagati, oltre a Conte, l'ex ministro della salute Roberto Speranza, il direttore dell'Iss Silvio Brusaferro e Agostino Miozzo, allora capo del Cts.      
 
- di Redazione Sky TG24

Familiari vittime: "Ecco come si moriva nella Wuhan occidentale"

"I nostri cari, trasformati in corpi accatastati a cui era stata negata anche la dignità della sepoltura. Purtroppo questo è successo. Io ho perso il papà il 27 marzo del 2020 a Bergamo, nella Wuhan occidentale". Comincia così la testimonianza di Consuelo Locati, dell'associazione 'Sereni e sempre uniti' che rappresenta i familiari delle vittime di Covid, sentita oggi in audizione informale in Commissione Affari sociali della Camera nell'ambito dell'esame delle proposte di legge per l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19.   
Locati, che è anche uno degli avvocati dell'associazione, torna con la mente a quei giorni drammatici: "La gente moriva a casa senza ossigeno - racconta - Riuscite a immaginare cosa significhi non trovare nessuno che spieghi il funzionamento di una bombola d'ossigeno, quando la trovavamo? Cosa voglia dire inventarsi sanitari per capire quanto ossigeno erogare al minuto, oppure ricercare spasmodicamente dei saturimetri che fino a quel momento non sapevamo nemmeno cosa fossero, per tarare l'erogazione dell'ossigeno a chi ne aveva fame e non riusciva neppure a respirare?". 
I propri cari, ricorda, non potevano essere portati in ospedale. "Gli ospedali, l'abbiamo vissuto sulla nostra pelle, erano al collasso. Non c'erano ambulanze e quelle che c'erano erano in coda davanti al pronto soccorso, prima di far entrare persone che poi, una volta entrate, venivano adagiate su barelle di fortuna o su materassini per terra e morivano lì prima di essere trasportati in un qualche letto di reparto. Sentivamo solo le sirene delle ambulanze, nemmeno più il suono delle campane perché era diventato troppo straziante. Riuscite a immaginare che cosa abbiamo provato? Io non credo. Credo che solo chi l'ha vissuto possa capire".
- di Redazione Sky TG24

Pm Bergamo: "Ritardi su controlli voli e dpi ha portato a diffusione incontrollata"

"Non mettere a punto e attuare protocolli di sorveglianza per i viaggiatori provenienti da aree affette con riguardo ai voli indiretti, limitando la sorveglianza solo ai voli diretti per l'Italia", ma anche il "non verificare tempestivamente la dotazione di dpi (guanti, mascherine Ffp2 e Ffp3, tute, sovrascarpe) per il personale sanitario, inoltrando solo il 4 febbraio 2020 specifica richiesta alle Regioni in ordine alle giacenze di dpi e dm e nel non provvedere al conseguente tempestivo approvvigionamento alla luce dell'insufficienza delle scorte," nonostante il Piano nazionale di preparazione e risposta per una pandemia influenzale del 9 febbraio 2006 lo raccomandi già in una fase iniziale sono alcuni dei punti contestati al direttore dell'Iss Silvio Brusaferro, a Claudio D'Amario ex dg della prevenzione del ministero e ad Angelo Borrelli, ex capo della Protezione Civile, indagati dalla procura di Bergamo per epidemia colposa e rifiuto di atti d'ufficio nell'inchiesta sul Covid. Ritardi che hanno portato a una diffusione "incontrollata" del virus. 
- di Redazione Sky TG24

Pm: "Fontana non segnalò a Conte criticità Val Seriana"

Attilio Fontana con due "distinte mail del 27.2.20 e 28.2.20" chiese "al Presidente del Consiglio dei Ministri" Giuseppe Conte "il sostanziale mantenimento delle misure di contenimento già vigenti in Regione Lombardia, non segnalando alcuna criticità relativa alla diffusione del contagio nei comuni della Val Seriana", in particolare Alzano Lombardo e Nembro. Lo scrive la Procura di Bergamo nell'imputazione per epidemia colposa, per la mancata attuazione della 'zona rossa', a carico del presidente lombardo. Non richiese, dunque, "ulteriori e più stringenti misure di contenimento" nonostante, scrivono i pm, "avesse piena consapevolezza della circostanza che l'indicatore 'r0' avesse raggiunto valore pari a 2, e che nelle zone ad alta incidenza del contagio gli ospedali erano già in grave difficoltà per il numero dei casi registrati e per il numero dei contagi tra il personale sanitario". La contestazione per Fontana va "dal 26.2.2020 sino al 3.3.2020", data in cui "nel corso della riunione del CTS Regione Lombardia per il tramite dell'Assessore al Welfare esprimeva parere favorevole all'istituzione della zona rossa". 
 
- di Redazione Sky TG24

Covid a Bergamo, ecco com'è nata l'inchiesta: le tappe

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- di Redazione Sky TG24

Renzi: "Conte innocente fino a sentenza, noi non siamo sciacalli come M5S"

"Giuseppe Conte è indagato. Questo significa che è innocente fino a sentenza passata in giudicato. Lo è per la legge, lo è per noi che non siamo sciacalli come i grillini. Chi ha costruito una carriera sul giustizialismo dovrebbe stamani chiedere scusa a chi è stato insultato, diffamato, deriso. Il cittadino Conte è innocente come tutti i cittadini indagati e non condannati. I mostri sono coloro che hanno gettato fango per anni sulla vita delle persone e delle famiglie #TempoGalantuomo". Così Matteo Renzi su Fb. 
- di Redazione Sky TG24

Pm Bergamo: "Brusaferro impedì adozione misure anti Covid"

Il direttore dell'Iss Silvio Brusaferro, nonostante le raccomandazioni e gli alert lanciati dall'Oms a partire dal 5 gennaio 2020 avrebbe proposto "di non dare attuazione al Piano pandemico, prospettando azioni alternative, così impedendo l'adozione tempestiva delle misure in esso previste". Lo scrivono i pm di Bergamo nell'avviso di chiusura dell'indagine sulla gestione del Covid in cui Brusaferro è indagato per epidemia colposa e rifiuto di atti d'ufficio con, tra gli altri, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, Claudio D'Amario ex dg della prevenzione del ministero, e con Angelo Borrelli, ex capo della Protezione Civile.     
 
- di Redazione Sky TG24

Pm Bergamo: "Gallera non censì nemmeno i posti letto"

Non avrebbe adottato "le azioni per garantire trattamento e assistenza", tra cui "censire e monitorare i posti letto" di "malattie infettive", "non aggiornandoli mensilmente in violazione di quanto previsto dal Piano Pandemico regionale". E' la contestazione di epidemia colposa per l'ex assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera, che compare nell'avviso di conclusione indagini dei pm di Bergamo. Gallera è anche accusato di rifiuto d'atti d'ufficio per la mancata attuazione di quel piano regionale. Lo stesso Gallera non avrebbe verificato "tempestivamente la dotazione di Dpi", tra cui mascherine, tute e guanti, né garantito "l'adeguata formazione del personale sanitario", come previsto anche dal Piano pandemico nazionale, seppur datato al 2006. Condotte che avrebbero, come quelle degli altri indagati per l'epidemia, causato, secondo la Procura, una "diffusione incontrollata" del virus Covid19. Tutte contestazioni, quelle di epidemia colposa ricostruite negli atti, che la Procura fa partire dal 5 gennaio 2020, ossia dal primo allarme lanciato dall'Oms. 
- di Redazione Sky TG24

Fontana: "Ci difenderemo nelle opportune sedi"

"Finora non ho ricevuto neanche un atto, comunque adesso verrò a conoscenza di cosa sono accusato perché vorrei capire, dopodiché ci difenderemo nelle opportune sedi. Non ho nessun tipo di problema ad affrontare questo processo, tra l'altro ho letto anche valutazioni strane sul processo medesimo da parte dei pubblici ministeri, ma questo sará oggetto di future discussioni". Lo ha riferito il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana a margine della Conferenza delle Regioni parlando dell'inchiesta della Procura di Bergamo sui morti per Covid. 
- di Redazione Sky TG24

Gemmato: "Va fatta verità, lo si deve a morti"

"Va fatta la verità, la verità può avere anche delle sfaccettature brutte, possono essere anche verità scomode. L'importante, soprattutto nei confronti di tanti morti che ci sono stati in Italia e segnatamente in quella zona d'Italia, va portata". Lo dice il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, a margine degli Stati Generali della pediatria, in merito alla conclusione delle indagini da parte della Procura di Bergamo sul Covid nella Bergamasca, che vede 19 indagati, tra cui l'ex premier Giuseppe Conte e l'ex ministro della Salute Roberto Speranza. "Lo si deve ai morti, alle famiglie, lo si deve a un'dea di Stato che è uno stato con la S maiuscola che deve fare chiarezza in tutto e per tutto - conclude Gemmato - . Con fiducia aspettiamo il pronunciamento della magistratura che sicuramente darà luce rispetto agli eventi luttuosi che hanno colpito l'Italia durante il Covid". 
- di Redazione Sky TG24

D'Avino (Fimp): "Con Covid peggiorati cyberbullismo e uso scorretto tecnologie"

"Per noi pediatri di famiglia il Covid, al di là delle polmoniti interstiziali bilaterali, ha rappresentato crisi d'ansia, momenti di depressione, tentativi suicidari e fenomeni isolamento sociale. Come pediatri abbiamo toccato con mano sul territorio quanto questi adolescenti, in questi anni di pandemia, abbiano subito e avuto difficoltà a interfacciassi con i coetanei, accentuando un altro problema che guardiamo con particolare attenzione: il fenomeno del cyberbullismo e dell'uso scorretto delle tecnologie digitali". Così Antonio D'Avino, presidente Federazione italiana medici pediatri (Fimp), nel suo intervento oggi al ministero della Salute agli Stati generali della pediatria 2023, promossi dalla Società italiana di pediatria (Sip).
"Credo - spiega D'Avino - che sia ovviamente fondamentale partire dai primi 1.000 giorni di vita, la nostra mission è la prevenzione e promozione dei corretti stili di vita". Ma "ci vuole anche una particolare attenzione all'adolescenza - precisa - Come Fimp abbiamo iniziato degli studi che hanno dimostrato quanto insegnare ai genitori a divezzare un bambino con la dieta mediterranea abbia cambiato le abitudini alimentari della famiglia". 
Tornando agli adolescenti, il presidente Fimp ritiene che "devono essere aiutati da tutti coloro che possono a vere un ruolo nella loro crescita. Il setting scolastico è importantissimo, gli amici, ma è la famiglia che dovrebbe tornare ad avere un ruolo centrale, ruolo che ultimamente è stato un po' delegato. Attraverso i genitori, i nonni, la famiglia, nucleo fondante, bambini e adolescenti possono essere aiutati a comprendere l'importanza di certi concetti". 
- di Redazione Sky TG24

Crisanti su inchiesta Bergamo: "Mia perizia tentativo verità, no atto accusa"

"Questa perizia è una mappa logica", "con l'obiettivo di ricostruire i fatti. Non è un atto d'accusa. E' un tentativo di restituire agli italiani una parte di verità su come si sono svolti i fatti" nei primi giorni di pandemia Covid in una delle aree più duramente colpite, "come sono state prese determinate decisioni e perché sono state prese determinate decisioni. Se poi in qualche modo qualcosa costituisce un elemento che ha una valenza di carattere amministrativo o penale, non sta certo a me stabilirlo: è compito dei giudici. Io nella perizia ho sempre cercato di dare la risposta più asettica e scientifica possibile a quelli che erano i quesiti che mi ha posto la procura". E' quanto dichiara all'Adnkronos Salute il microbiologo e senatore Pd Andrea Crisanti, dopo la chiusura dell'inchiesta di Bergamo che ha portato a 17 indagati. 
Sulla stampa sono circolate alcune indiscrezioni sui contenuti della maxi consulenza che lo scienziato ha scritto per la procura bergamasca. Ma a proposito in particolare del modello sui morti e sul possibile impatto della mancata zona rossa, Crisanti puntualizza: "Questa è un'ovvietà. E' chiaro che prima si chiude e più si risparmiano vittime. Il problema era se in quel momento le persone che avevano le responsabilità avevano le conoscenze e gli strumenti per prendere quella decisione ed erano consapevoli di quello che facevano e dei rischi. E' una cosa completamente diversa. Perché è chiaro: prima chiudi, più vite risparmi. Ma le persone che avevano il potere di chiudere avevano tutte le informazioni? Erano coscienti dei rischi? Che responsabilità si sono prese, consapevoli o inconsapevoli? Ecco, questo è il problema". 
Ma "questa - incalza Crisanti- è una valutazione che spetta ai giudici, non a me. E non è una valutazione contenuta dentro la consulenza. Io dentro la consulenza ho ricostruito puntualmente quello che era il contesto normativo, il contesto epidemiologico. Poi, i giudici mi hanno chiesto se era possibile in qualche modo quantificare quelle che potevano essere le conseguenze di determinate scelte. E questo ho fatto, né più né meno". Il pensiero dello scienziato va anche ai familiari delle vittime: "Io, rispetto a queste persone, possono assicurare che il mandato che mi aveva dato la procura era quello di dare un contributo per ricostruire la verità, e ho lavorato 18 mesi. Diciotto mesi in cui questo lavoro ha assorbito praticamente quasi ogni istante della mia vita. Penso di aver dato il massimo che potevo dare, in termini di dedizione e in termini di competenze professionali. L'ho fatto con questo spirito".
- di Redazione Sky TG24

Pm Bergamo: "Mancata zona rossa ha fatto esplodere contagio"

Non avere istituito la ‘zona rossa’ nei comuni della Val Seriana, inclusi Alzano Lombardo e Nembro, “nonostante l'ulteriore incremento del contagio in Regione Lombardia registrato” il 29 febbraio e il 1 marzo 2020 e nonostante "l'avvenuto accertamento delle condizioni che, secondo il cosiddetto ‘piano Covid’, corrispondevano allo scenario più catastrofico” ha causato “la diffusione dell'epidemia da Sars-Cov-19 in Val Seriana, inclusi i comuni di Alzano Lombardo e Nembro”. Lo si legge  nell'avviso di conclusione indagini della procura di Bergamo, che stima “un incremento non inferiore al contagio di 4.148 persone, pari al numero dei decessi in meno che si sarebbero verificati in provincia di Bergamo, di cui 55 nel comune di Alzano e 108 nel comune di Nembro, rispetto all'eccesso di mortalità registrato in quel periodo, ove fosse stata estesa la zona rossa a partire dal 27 febbraio 2020”. 
- di Redazione Sky TG24