Sono 28.354 le nuove positività, con una variazione di -8,3% rispetto alla settimana precedente (30.911). I deceduti sono, invece, 299 (279 nei precedenti sette giorni). I tamponi effettuati sono stati 536.080, con una variazione del -2%. Il tasso di positività è del 5,3% con una variazione di -0,4% rispetto alla settimana prima (5,7%). Incidenza settimanale ancora in calo: scende sotto 50 per 100 mila abitanti ed è pari a 48. Rt medio sotto soglia epidemica pari a 0,85
Long Covid e fatigue, studio scopre il meccanismo che porta alla stanchezza cronica
Iss: reinfezioni stabili intorno al 30%
Bythos è in Italia, 16 sequenze il 7 febbraio
Nei giorni scorsi era stata l'Organizzazione mondiale della sanità a puntare i riflettori su XBF, spiegando di averla inserita nella lista dei sottolignaggi di Omicron 5 tenuti sotto stretto monitoraggio per caratteristiche spia di maggiore trasmissibilità e fuga immunitaria. XBF fa parte del gruppo dei ricombinanti Omicron/Omicron, lo stesso di Kraken. Nell'indagine rapida questo insieme pesava per il 20% sul totale sequenze. Su un totale di 167 ricombinanti Omicron/Omicron, 145 sono risultati associati a XBB e relativi sottolignaggi (con Kraken XBB.1.5 che si conferma il più frequente con le sue 108 sequenze, e XBB.1.9/XBB.1.9.1 che colleziona 21 sequenziamenti). Completano il quadro dei ricombinanti presenti in Italia il 7 febbraio: 1 sequenza del lignaggio XBJ e 5 del lignaggio XBK.
Iss: cresce la variante Kracken al 13,3%
Iss: cresce Kraken, al 13,3% il 7 febbraio
Nel dettaglio i dati mostrano questa distribuzione: la famiglia BQ.1 è al 56,7%, in calo rispetto al 65% della precedente indagine. Nel gruppo in questione, Cerberus resta ancora la più attiva: BQ.1.1 si conferma maggioritaria nel Paese e più o meno stabile (il calo è ancora lieve), a quota 34,2% contro il 36,7% dell'indagine precedente.
Kraken dunque incombe. La proporzione di XBB.1.5 - discendente di XBB che è ricombinante dei sottolignaggi Omicron BJ.1 e BM.1.1.1 della famiglia BA.2 (Omicron 2) - è in aumento in Europa e predominante negli Stati Uniti. Al momento, ricorda l'Iss, "non ci sono evidenze correlabili a una maggior severità della malattia associata a XBB.1.5, e moderate evidenze che correlano questa variante a una più elevata immuno-evasività e trasmissibilità". Quanto all'andamento di Orthrus, nel nostro Paese è in linea con quanto rilevato in altre nazioni europee: si osserva un aumento nella proporzione di sequenziamenti attribuibili a CH.1.1, che sale al 4,6% dal dato precedente di 2,6%. Le sue principali caratteristiche sono tutt'oggi oggetto di investigazione, evidenzia l'Iss