Terrorismo di matrice fascista, blitz dei carabinieri nel Nuorese: quattro arresti

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Le indagini si sono concentrate su alcune attività intimidatorie compiute nei confronti di cittadini e verso le sedi di seggi elettorali

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Blitz dei carabinieri nel Nuorese. I militari hanno eseguito stamattina un'ordinanza di custodia cautelare per associazione con finalità di terrorismo di matrice fascista. Sono tre le persone finite in carcere e una ai domiciliari, oltre a 11 indagati. L'operazione è stata compiuta dal Ros dei Carabinieri, insieme ai militari del comando provinciale di Nuoro, dello Squadrone Eliportato Cacciatori Sardegna, dell'undicesimo Nucleo Elicotteri di Elmas e del Nucleo Cinofili.

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Le accuse

L'operazione, denominata "Reazione", è il culmine delle indagini su alcune attività intimidatorie compiute nei confronti di cittadini e verso le sedi di seggi elettorali. A vario titolo, sono stati contestati i reati di associazione con finalità di eversione, ricostituzione del disciolto partito fascista, ma anche associazione finalizzata allo spaccio e alle rapine.

Le intimidazioni

Secondo quanto emerso dalle indagini, le persone coinvolte facevano parte di un gruppo neofascista, attivo nel nord della Sardegna con il nome di Fronte Legionario Sardo. I componenti del gruppo sono accusati di aver messo in atto numerosi atti intimidatori, compiuti anche con armi ed esplosivi. Tra le vittime ci sarebbe anche il sindaco di Torpè e diversi altri amministratori della Baronia. Secondo le accuse, il gruppo ha inviato minacce di morte e proiettili calibro 7.65 in occasione delle elezioni, con una chiara indicazione: "non andate a votare".

Le indagini

L'inchiesta è cominciata nel maggio 2019 concentrandosi sul sedicente Fronte. Quest'ultimo secondo gli investigatori agiva per il controllo del territorio, procurandosi il denaro con la coltivazione e lo spaccio di marijuana e con le rapine. Secondo l'impianto accusatorio ai vertici dell'organizzazione c'era A. M., diventato figura di riferimento per altre persone vicine alle ideologie di estrema destra. Secondo le accuse l'obiettivo del gruppo era ricreare una milizia armata. 

Il comandante del Ros: “Con la violenza sono riusciti a guadagnare spazio"

A.M. "si è dedicato alla delinquenza fin dalla tenerissima età, con reati gravissimi contro la persona e contro il patrimonio – ha spiegato all'Adnkronos il comandante del Ros di Cagliari, Giorgio Mazzoli – Dopo aver fatto parte di varie organizzazioni di estrema destra, durante una delle sue carcerazioni aveva radicalizzato le sue idee. Una volta uscito aveva deciso di formare un suo movimento. Un soggetto estremamente determinato e criminalmente molto capace". L'uomo si trovava ai domiciliari per una rapina commessa a Serramanna, nel Sud Sardegna, perché all'attività politica ha sempre affiancato azioni criminali. C'è anche lo spaccio di stupefacenti nell'ordinanza che lo ha riportato in carcere. Torpè è un paese con meno di tremila abitanti in una zona della Sardegna considerata tradizionalmente "rossa", ma lì si è formata questa nuova organizzazione fascista. "Si considerano le piccole comunità impermeabili a questi fenomeni e si tende a sottovalutarli. Ma la determinazione di A. M. ha fatto da collante tra queste soggettività eterogenee, dall'artigiano al pastore e allo studente, radicalizzando le loro convinzioni - spiega all'Adnkronos il comandante del Ros di Cagliari – In una zona dove l'estrema destra non era di casa, con la violenza sono riusciti a guadagnare spazio".

“Erano più estremisti dell'estrema destra”

In occasione delle Europee del 2019 ci furono atti intimidatori a Torpè rivendicati dalla sigla Movimento politico reazionario. "Erano sempre le stesse persone, che hanno cambiato sigla e per un periodo si sono uniti a una forza nazionale, Ultima legione Italia, ma da lì sono stati espulsi perché troppo estremisti – ha continuato il tenente colonnello Giorgio Mazzoli – Erano più estremisti dell'estrema destra, parliamo di un gruppo dichiaratamente fascista che manifestava quelle idee in modo ortodosso". L'obiettivo era quello di espandersi, non limitando il raggio d'azione alla zona sarda delle Baronie, tra il Nuorese e la Gallura. "Stavano lavorando per allargare il loro movimento – ha concluso il comandante del Ros – non solo in altre zone della Sardegna, ma anche per fare un salto di qualità ed espandersi nel resto d'Italia".

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