Saviano è accusato di diffamazione per alcuni post scritti nel 2018. “Non voglio permettere a un leader di partito di blindare la possibilità di critica”, ha detto in aula. La prossima udienza si terrà il primo giugno, quando sarà sentito il ministro
È iniziato oggi, mercoledì primo febbraio, davanti al tribunale monocratico di Roma, il processo che vede imputato lo scrittore Roberto Saviano per l'accusa di diffamazione ai danni di Matteo Salvini per alcun post pubblicati sui social. I post, oggetto del capo di imputazione in cui si contesta di aver offeso la reputazione del leader leghista, risalgono al giugno 2018 e in uno Salvini era definito “ministro della mala vita”.
Saviano: "Fiero di essere imputato in questo processo"
“Sono fiero di essere imputato in questo processo, perché mi è data la possibilità di testimoniare al Tribunale di non voler permettere a leader di partito e ministri di blindare la possibilità di critica, fosse anche un grido’’, ha detto Saviano, rendendo dichiarazioni spontanee in aula.
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"Cancellare la scorta significava cacciarmi dal Paese"
Riferendosi a Salvini, lo scrittore, difeso dall'avvocato Antonio Nobile, ha aggiunto: ‘’Era divenuto intollerabile come si relazionava al Sud Italia, utilizzandolo come bacino di voti facili. Cancellare la scorta, come Salvini invoca da anni, significava cacciarmi dal Paese, esattamente come auspicato, dopo le elezioni che hanno visto nascere quest’ultimo governo, da migliaia di loro simpatizzanti’’.
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Prossima udienza il primo giugno, in aula Salvini
Fra i testi chiamati in aula dalla difesa di Roberto Saviano, ci sono il ministro degli Interno Matteo Piantedosi, il segretario generale della Federazione europea dei giornalisti, Ricardo Gutierrez e Oscar Camps, fondatore e presidente di Open Arms. In particolare Piantedosi, all'epoca prefetto di Roma, viene chiamato a riferire “sulle iniziative volte a verificare il regime di protezione al quale Saviano è sottoposto dall’ottobre 2007". Il giudice si è riservato di decidere sulla lista testi e ha fissato la prossima udienza per il primo giugno, quando verrà sentito in aula Salvini come parte offesa.