Messina Denaro, l'appello della clinica La Maddalena "Stai morendo, parla"

Cronaca

La legale della struttura palermitana, in un post sui social, si rivolge direttamente al boss catturato dopo 30 anni di latitanza. E lo invita a collaborare, ipotizzando un aggravarsi delle condizioni di salute dell'ex capo di Cosa Nostra

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È un vero e proprio appello quello che la clinica La Maddalena di Palermo, per bocca della legale Alessia Randazzo, ha rivolto all'ex paziente Andrea Bonafede, dietro cui si celava la vera identità di Matteo Messina Denaro, curato per circa due anni dai medici della struttura per un tumore. Sui social, Randazzo si è rivolta al boss mafioso chiamandolo con il nome che aveva usato quando frequentava l’ospedale oncologico: "Al signor Bonafede avrei da dire una sola cose: se facendoti prestare una vita che non meriti, nel cammino della malattia ti fossi specchiato in ognuno dei tuoi errori, adesso parla". Secondo Randazzo, come già aveva ipotizzato da un oncologo nelle ore successive all’arresto, a Messina Denaro resterebbe poco da vivere per le sue condizioni di salute. Da qui le parole della donna: "Fallo ora che sai che non manca molto al momento in cui quel bambino (Giuseppe Di Matteo, ndr) e tutti gli altri te li ritroverai davanti". (LO SPECIALE - GLI OGGETTI TROVATI NEI COVI).

La difesa della struttura da accuse e sospetti

A chi, invece, ha sollevato dubbi e sospetti sul personale della clinica e su quanto fossero realmente ignari della vera identità del boss mafioso, l’avvocata Randazzo ha risposto: "La volgarità, l’insinuazione, l’illazione sono state le scorciatoie più imboccate in queste ore, quando invece le responsabilità e le risposte sono scritte tutte nella cartella clinica della Repubblica italiana. Per la quale, mi pare evidente, non c’è schema di terapia che possa condurre a guarigione". Nessuno del personale è stato indagato, per quanto i momenti di polemica non siano mancati, legati, per esempio alla diffusione del selfie di un chirurgo con il boss fatto all’interno della struttura, tempo prima dell’arresto. 

La polizia davanti alla casa di Giovanni Luppino, l'agricoltore di olive che ha fatto l'autista al boss Matteo Messina Denaro e che è stato arrestato lunedì insieme al capomafia, 20 gennaio 2023.
ANSA/ CARMELO SUCAMELI

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