Nei prossimi giorni la comparazione del materiale genetico della ragazza che potrebbe essere la bambina scomparsa nel 1996 sul Monte Faito con quello della famiglia Celentano. Il legale: "In tempi rapidi avremo una risposta"
Sarà il test del Dna a rivelare se la ragazza sudamericana individuata di recente dallo studio legale Ferrandino è Angela Celentano, la bimba scomparsa nel 1996, sul Monte Faito, nel Napoletano, mentre era in gita con la famiglia. Ad annunciarlo, attraverso una nota, è stato proprio l'avvocato Luigi Ferrandino, legale della famiglia Celentano. "Nei giorni scorsi" - si legge nel comunicato - "finalmente un collaboratore del mio studio, in un Paese nordeuropeo, ha incontrato la ragazza sudamericana che sospettiamo possa essere Angela Celentano, la bambina scomparsa nel 1996 sul Monte Faito, a Vico Equense (Napoli) e ha proceduto al prelievo del materiale genetico e a spedirlo al mio studio di Napoli".
Confronto del materiale genetico entro 10 giorni
"Non appena ne sarò in possesso", ha fatto sapere ancora l'avvocato, "provvederò a inviarlo ad uno dei laboratori di mia fiducia specializzati nell'individuazione di profili Dna. Conto entro una decina di poter procedere al confronto del profilo genetico della ragazza sudamericana con il profilo dei signori Celentano". Quando scomparve, Angela era in gita con i genitori. Erano le 13 quando il padre, Catello Celentano, si accorse che la piccola non era più con loro.
Il racconto del piccolo Renato
L'ultimo ad averla vista fu un bambino, Renato, che all'epoca aveva 11 anni: il piccolo raccontò di essersi addentrato per un sentiero che portava all'auto per posare il pallone. Angela provò a seguirlo, ma fu rimandata indietro; da lì si persero le tracce perché la bimba non raggiunse mai i genitori e l'11enne al suo ritorno non incontrò nessuno.
Le telefonate anonime
In 26 anni e mezzo di silenzio sono state tante le segnalazioni, quasi tutte anonime. Le ricerche portarono subito a battere ville e case della zona. Nove giorni più tardi, il 19 agosto a casa di Angela arrivò una telefonata: dall'altra parte della cornetta solo un pianto disperato di una bambina. Durante le indagini, i carabinieri scoprirono che in realtà l'ultimo ad aver visto Angela fu un altro bambino di nome Luca, di 12 anni che raccontò di aver detto a Renato di riportare la bambina alla madre, offrendosi lui stesso di farlo. Renato lo avrebbe ascoltato e sarebbe sceso con Angela verso il parcheggio. I bambini sono poi stati interrogati e messi a confronto, ma le loro versioni rimasero sempre contrastanti.
La pista messicana
La segnalazione più attendibile sembra arrivare nel 2010 quando dal Messico una ragazza, Celeste Ruiz, sostiene di essere la bambina scomparsa. Le mail arrivano in maniera anonime: le indagini mostrano che a mandarle era stato il figlio di un magistrato messicano Cristino Ruiz, Josè Manuel Vazquez Valle. Oggi sembra aprirsi una nuova pista che parte proprio dal Sudamerica.