Secondo gli ultimi dati Inail in 5 anni, dal 2016 al 2020, sono stati 12mila gli infortuni sul lavoro per il personale sanitario registrati come violenze, aggressioni e minacce, con una media di circa 2.500 l'anno
“Per un istante ho pensato di morire. Mi ha messo una mano al collo e ha stretto”. È ancora sotto shock Adelaide Andreini, 28enne specializzanda in Chirurgia, aggredita la sera del 7 gennaio mentre era in servizio alla guardia medica del Gervasutta di Udine. A metterle le mani addosso l’accompagnatore di un paziente. A liberarla dalla presa è stata una collega, anche lei specializzanda, che ha denunciato sui social l’accaduto postando la foto dei lividi della collega. “Non scorderò mai i suoi occhi – racconta la giovane -. Ora ogni volta che mi si avvicina qualcuno senza preavviso salto dalla paura". I due uomini sono stati poi fermati e identificati. "Ma sono già a piede libero e sinceramente ora abbiamo paura che possa tornare".
Il racconto
"Ci siamo ritrovate questi due uomini in ambulatorio - racconta - ancora non sappiamo come abbiano fatto a evitare il triage al videocitofono. Uno era il paziente, con una gamba fasciata, l'altro diceva di essere il suo traduttore". E ancora: “Il paziente era tranquillo, gli avevamo spiegato anche in inglese le cose ma l'altro uomo ha iniziato a urlare che dovevamo dirgli cosa avesse. Abbiamo provato a spiegargli che non potevamo fare diagnosi perché non è nostro compito, ma non c'è stato verso. Ha iniziato a sbattere i pugni sulle porte". L'uomo le ha prima minacciate, poi ha afferrato la 28enne per il collo. "A me ha provato a tirare un paio di calci, ma non è riuscito a prendermi”.
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I numeri
Per Andreini si tratta del terzo attacco in due anni di attività. "Se prima meditavo sulla scelta di iniziare una nuova facoltà e cambiare professione - dice - dopo questo fatto so che sicuramente sarà la scelta giusta e la intraprenderò il prima possibile". Un lavoro che sta diventando sempre più rischioso in tutta Italia. Secondo gli ultimi dati Inail in 5 anni, dal 2016 al 2020, sono stati 12mila gli infortuni sul lavoro per il personale sanitario registrati come violenze, aggressioni e minacce, con una media di circa 2.500 l'anno. "Non è ammissibile rischiare la propria vita sul posto di lavoro perché non si è abbastanza tutelati, perché spesso il medico di continuità assistenziale viene considerato un medico di serie B", continua la ragazza.