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Ponte Morandi, Autostrade e Spea chiedono esclusione come responsabili

Cronaca
©Ansa

Al processo per il crollo del ponte le due società chiedono di non essere chiamate in causa come responsabili civili e dunque non pagare gli eventuali risarcimenti. Le parti civili si oppongono. La decisione spetta ai giudici 

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Prima udienza dopo la pausa estiva del processo per il crollo del ponte Morandi del 14 agosto 2018 che causò la morte di 43 persone. Dopo il patteggiamento a circa 30 milioni, Autostrade e Spea potrebbero uscire dal processo dove ci sono 59 persone tra ex dirigenti e tecnici delle due società , ex ed attuali dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato delle opere pubbliche della Liguria. Secondo l'accusa tutti sapevano delle condizioni del ponte ma non sarebbero state fatte le manutenzioni per risparmiare. I legali di Autostrade e Spea hanno chiesto di essere escluse come responsabili civili , quindi senza risarcimenti in caso di condanna. I pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno si sono detti favorevoli, mentre i legali delle parti civili si sono opposte. Sarà il collegio a decidere. 

Parenti vittime, abnorme numero parti

 

“L'eventuale esclusione della responsabilità civile di Aspi e Spea dal processo non ci fa ovviamente piacere. Ma capiamo le motivazioni tecniche processuali”, dichiara Egle Possetti, portavoce del comitato Ricordo vittime ponte Morandi. “Quel che davvero ci preoccupa è l'abnorme numero delle parti nel processo che allungherebbe in maniera inaccettabile i tempi. Speriamo si possa sfoltire un po'”, aggiunge Possetti che auspica nell’ammissione del comitato come parte civile “mentre ci auguriamo che siano esclusi altri che potranno invece avere ristoro in sede civile" conclude Possetti.   

 

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"Un processo che non si può fare“, secondo il pm Massimo Terrile con 1.228 testimoni e oltre 150 mila tra esami e controesami. Per Terrile molte delle oltre 600 parti civili dovrebbero essere escluse dal processo penale. La lista testi della procura conta 177 persone, quelle dei 59 imputati oltre 300 e quelle delle parti civili oltre 600. “Con questi numeri il processo non avrà fine diversa da quella dell'estinzione dei reati “ ha detto Terrile.  L'obiettivo - ha concluso - è quello di snellire il processo per arrivare a una eventuale condanna o assoluzione e non quello di liquidare i danni alle parte danneggiate, anche perché in un evento come questo i potenziali danneggiati potrebbero essere infiniti".    

 

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