Musei, l'allarme del direttore degli Uffizi Schmidt: "Più personale o si dovrà chiudere"

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Lo storico dell'arte tedesco, da sette anni alla guida del museo di Firenze, in un’intervista all’Ansa spiega che “il personale continua a contrarsi, è ovunque ridotto all’osso”. E aggiunge che “senza una soluzione chiudiamo tutti, anche i più grandi". Su questo "chi ci governerà dopo il 25 settembre dovrà riflettere”. Osanna replica: "Mic già al lavoro per colmare carenze”

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“Bisogna affrontare e risolvere subito il problema del personale di musei e luoghi della cultura”, è il monito lanciato in una lunga intervista rilasciata all’Ansa dal direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, che spiega quale sarà, a suo avviso, la sfida più importante per chi dovrà gestire la politica della cultura nel nuovo governo. Quello delle risorse umane, dice, è rimasto un vulnus anche con la riforma Franceschini. E avverte: "I visitatori tornano ai livelli del 2019 e oltre, aumenta l'offerta dei musei, ma il personale continua a contrarsi: senza una soluzione chiudiamo tutti, anche i più grandi". Su questo "chi ci governerà dopo il 25 settembre dovrà riflettere”. Il personale è "ovunque ridotto all'osso", spiega Schmidt, da quasi sette anni alla guida del museo più famoso e gettonato del Paese. Un nodo nevralgico da affrontare subito, assicura, "altrimenti si chiude". Impossibile rimandare, dice.

I numeri degli Uffizi

Agli Uffizi è stato un luglio da record, con 427.856 visitatori, mai così tanti nella storia del museo. E poi un Ferragosto col botto, quasi 43mila persone nel weekend festivo (il 15 si poteva entrare soltanto a Boboli). Dopo i due anni durissimi della pandemia, i luoghi della cultura italiani tornano a riempirsi quanto e più del 2019, in prima fila proprio il museo fiorentino che già nel 2021 aveva festeggiato il primato del più visitato d'Italia. Anzi, da Roma a Milano, dalla Galleria Borghese a Pompei, crescono i visitatori e diminuiscono le file, si progettano nuovi ristoranti e caffetterie, si investe come non mai sulla ricerca. Ma resta il problema della carenza di personale.

“Risorse umane sono sfida decisiva, nuovo governo lo ricordi”

Schmidt, storico dell'arte tedesco, è arrivato in Italia nel 2015 con il primo concorso per i direttori dei musei ad autonomia speciale lanciati dalla riforma Franceschini. "Autonomia speciale o sarebbe meglio dire autonomia parziale", sottolinea lui pacato. Perché la riforma ha cambiato in meglio tante cose, ma le piante organiche dei musei autonomi rimangono di pertinenza dell'amministrazione centrale e i direttori manager su questo non hanno potere di intervento. Un tema che, a sette anni dalla sua entrata in vigore, rimane secondo Schmidt il tallone d'Achille della rivoluzione di Franceschini, per tutto il resto promossa a pieni voti in una lunga conversazione che tocca i temi della produzione scientifica ("enormemente cresciuta in questi anni"), la migliorata capacità di spesa, le facilitazioni organizzative, le entrate economiche in continua crescita. "Quella delle risorse umane è la sfida più grande che si troverà ad affrontare chiunque col nuovo governo dovrà occuparsi della politica per la cultura", ribadisce il direttore. 

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La situazione precaria degli Uffizi

"In un periodo in cui l'offerta museale cresce e i visitatori tornano ad aumentare, il numero degli addetti nei musei continua a contrarsi", fa notare Schmidt, rivelando di aver appena ricevuto una circolare del Mic che riduce di un ulteriore 9% l'organico delle Gallerie. Un tema, si sa, è anche l'invecchiamento del personale: solo alle Gallerie degli Uffizi dal 2013 al 2022 sono andati in pensione 166 addetti a fronte di 34 nuovi ingressi totali (un numero che tiene conto dei 15 vigilanti vincitori di concorso che arriveranno a Firenze a settembre). Il bilancio in negativo è quindi di 132 unità, delle quali 67 nel settore della vigilanza. Una carenza drammatica e, secondo Schmidt, "sicuramente condivisa da molti altri musei, archivi, biblioteche" che porta il direttore alla convinzione che "con l'attuale modello non c'è la possibilità di una gestione efficace ed efficiente del personale". In conclusione, “tutte le autonomie parziali che sono state date a musei e siti archeologici hanno dato grandi frutti. Ma il fatto che non ci sia alcuna cogestione delle risorse umane rimane un vulnus della riforma. Su questo chi ci governerà dopo il 25 settembre dovrà riflettere. Si può scegliere tra diverse soluzioni. L'unica cosa che non si può fare è rimanere fermi”.

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Osanna a Schmidt: Mic già al lavoro per colmare carenze 

Massimo Osanna, direttore generale dei musei del MiC, ha replicato alle dichiarazioni del direttore degli Uffizi dando rassicurazioni: "È vero che i musei italiani si devono confrontare da molto tempo con una drammatica e diffusa carenza di personale, ma è vero anche che a questa carenza, proprio con gli interventi di questi anni stiamo ponendo riparo: dopo il primo scaglione di nuovi arrivi, ovvero 1053 nuovi addetti alla vigilanza che prenderanno servizio a settembre, inseriremo 400 altri nuovi assunti a dicembre e poi ancora altri 1053 nel 2023. Già entro il 2023 contiamo di riempire la maggior parte dei vuoti di organico". Quanto ai nuovi tagli sulla pianta organica ai quali accenna nell'intervista all'ANSA Schmidt, spiega Osanna, si tratta non di una circolare bensì di un decreto del ministro che arriverà a breve e con il quale si cerca di mettere in atto "una delicata opera di razionalizzazione delle risorse, contemperando gli interessi dei grandi e dei piccoli attrattori". 

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