Toscana, senza biglietto dell'autobus per bar chiuso. Anziano a piedi

Cronaca

“Non avevo il biglietto perché da quando è cambiato il gestore del trasporto pubblico locale nessuno lo vende più nel raggio di chilometri – ha spiegato a Repubblica -. L'autista mi ha risposto che senza il biglietto non avrei assolutamente potuto proseguire la corsa”

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Autista e sindacato smentiscono. Ma lui, un 66enne toscano, assicura di essere stato trattato male e di aver fatto a piedi un paio di chilometri per acquistare il biglietto dell’autobus. La storia arriva dalla provincia di Arezzo dove un uomo ha cercato di salire su un mezzo di Autolinee Toscana a Consuma, direzione Firenze. “Non avevo il biglietto perché da quando è cambiato il gestore del trasporto pubblico locale nessuno lo vende più nel raggio di chilometri e non potevo neppure acquistarlo con il cellulare dal momento che avevo esaurito il credito e il bar Consumi era chiuso – ha spiegato a Repubblica -. Ho immediatamente fatto presente la situazione all’autista, tra l’altro con i soldi alla mano pronto ad acquistare il titolo di viaggio. Lui mi ha risposto, molto acidamente, che non era possibile e che senza il biglietto non avrei assolutamente potuto proseguire la corsa”.

La ricostruzione

L'autista "scortese come pochi" lo ha fatto scendere dal bus "nemmeno fossi un delinquente dopo un paio di chilometri e mi sono fatto fatto una bella passeggiata a piedi, nonostante i miei 66 anni, fino a Borselli dove la tabaccaia locale, gentilissima, mi ha spiegato che l'autista avrebbe dovuto portarmi almeno fin lì dove acquistare finalmente il biglietto e risalire sul bus", ha spiegato ancora il 66enne. Diversa la ricostruzione dell’autista dell’autobus. “Alla fermata della Consuma sono salite tre persone, tra cui il signore che mi si è avvicinato e mi ha detto di non essere in possesso del biglietto. Una signora si è offerta di vendergliene uno ma lui ha preferito lasciar perdere dicendo che era troppo complicato. Io nel frattempo avevo detto al signore di sedersi e che lo avrei portato fino a dove desiderava, ricordandogli però che se fosse salito il controllore avrebbe dovuto spiegargli il motivo per cui era senza biglietto. Due fermate dopo ho sentito il campanello di prenotazione della fermata e ho aperto le porte, essendo obbligato per legge. Non mi ero neanche accorto che era quel signore che stava scendendo. Figuriamoci se l’ho abbandonato in mezzo al bosco, se ne è andato volontariamente”.

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