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Live In Venezia, il presidente della Cei Zuppi: "Il rischio vero è abituarsi alla guerra"

Cronaca

"La guerra non è mai a bassa intensità. Sono passati 100 giorni ma è come se fosse il primo. Dobbiamo trovare un modo per spegnere l'incendio", ha affermato il cardinale. La politica non guardi "al consenso e ai sondaggi, serve uno spirito unitario anche in Europa", ha aggiunto

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"La botta, per adesso, non l'ho sentita tanto". Scherza così il cardinale Matteo Maria Zuppi sulla recente nomina a presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), all'inizio del suo intervento a Live In Venezia, l'evento targato Sky TG24 (LA SECONDA GIORNATA - TUTTI I PANEL). Diversi i temi affrontati nell'intervista, dalla guerra in Ucraina e l'invio di armi, alla pandemia di Covid e il futuro della politica italiana.

"Mai abituarsi alla guerra"

"Non so se dalla guerra in Ucraina abbiamo imparato qualcosa, così come dalla pandemia di Covid. Se ci ha insegnato qualcosa, è che dobbiamo avere luoghi dove si ricompongono i conflitti", ha detto Zuppi. "Mai abituarsi alla violenza. Il rischio vero è abituarsi alla guerra. La guerra non è mai a bassa intensità. Sono passati 100 giorni ma è come se fosse il primo: dobbiamo sentire tutta la paura che l'incendio possa svilupparsi e dobbiamo trovare un modo per spegnerlo", ha avvisato il cardinale (GLI AGGIORNAMENTI SUL CONFLITTO - LO SPECIALE).

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"Rafforzare tutte le vie di dialogo possibili"

Papa Francesco ha più volte esortato a puntare sui colloqui di pace anziché aumentare gli investimenti nelle armi. "Quando c'è lo scandalo della fame, di milioni di bambini che non vanno a scuola o che sono sfruttatti", è chiaro che il pontefice invita a "mettere soldi per quello", ha spiegato Zuppi. Tuttavia, "altro discorso è la legittima difesa. È chiaro che c'è aggressore e un aggredito, ma allo stesso tempo con più insistenza dobbiamo rafforzare tutte le vie di dialogo possibili".

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"Non guardare il consenso, serve uno spirito unitario"

"Un piano che guarda per i prossimi anni non può essere legato al consenso, all'immediato, al presente, al giocare sui sondaggi ed esserne condizionati. Serve una grande visione, una condivisione di tutte le parti. Se poi ci sarà una maggioranza e una minoranza, ci deve essere uno spirito unitario - anche in Europa - per affrontare sfide così grandi", ha concluso il presidente della Cei.

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