Indagine appalti pubblici, Fondazione Inarcassa: più ritardi con eccessivi ribassi

Cronaca

L'indagine: in media 268 giorni in più sui progetti

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I ribassi eccessivi nelle gare relative ai servizi tecnici sono un vero e proprio boomerang per le casse dello Stato. Elaborando i dati forniti dall'Anac si evince che ai minori esborsi iniziali, fanno da contraltare una serie di criticità che diventano immediatamente evidenti se spostiamo l'attenzione a quello che avviene dopo la gara. Ad affermarlo è la Fondazione Inarcassa sottolineando come nella fase esecutiva i ritardi, le sospensioni e le varianti in corso d'opera non solo annullano i presunti vantaggi dei forti ribassi, ma comportano costi e tempi superiori rispetto alle procedure affidate con ribassi congrui. Mediamente, rende noto Fondazione Inarcassa che si occupa dei temi della professione per gli oltre 172.000 ingegneri e architetti iscritti alla Cassa previdenziale privata Inarcassa, le gare ad alto ribasso generano: 268 giorni di ritardo sui progetti, 141 giorni di sospensione; il 92% mostra varianti sui progetti, il 66% in ritardo e almeno il 76% dei progetti ha una sospensione. “Dall'indagine – dichiara il presidente Franco Fietta – si evince un quadro desolante: gli investimenti nel settore delle costruzioni sono crollati ininterrottamente dal 2005 al 2020, anno che ha segnato una prima significativa inversione di tendenza; dopo l'introduzione del codice degli appalti nel 2016 e sino al 2020 è salito il numero delle gare affidate con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, mentre è calato proporzionalmente il numero di quelle affidate con il criterio del massimo ribasso; non ci sono differenze significative - in termini economici - nei ribassi di aggiudicazione, tra le gare affidate con il criterio dell' offerta economicamente più vantaggiosa e quelle affidate con il criterio del massimo ribasso”. Le parole del Presidente di Fondazione Inarcassa prendono spunto dai dati Anac e arrivano a una conclusione netta: “Ridurre molto il prezzo non è un vantaggio per la PA, come potrebbe sembrare, ma è uno svantaggio: come confermano i dati dello studio – prosegue Fietta - questo comporta un impatto negativo sulla qualità dei lavori, e l'Europa e la messa a terra del Pnrr a tutt'altro”.

Il 24 maggio l'aula della Camera ha approvato la riforma del Codice degli Appalti, già passata al Senato. L'approvazione della legge delega è prevista per giugno.

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