Secondo la corte l’uomo è stato spinto da un "movente abietto" per barbara necessità di vendicare il proprio malconcepito senso di onore. Non si è mai pentito a ha voluto rivendicare l’omicidio con soddisfazione
La Corte d'Assise di Bologna ha reso note le motivazioni con le quali il 7 febbraio ha condannato all’ergastolo il 42enne marocchino Mohamed Chamekh, responsabile dell'omicidio dell'ex compagna Atika Gharib, 32 anni, trovata morta il 2 settembre del 2019.
La sentenza
“Il movente femminicida è maturato per riaffermazione della volontà di possesso virile sulla donna e per barbara necessità di vendicare il proprio malconcepito senso di onore, cui non si è accompagnato alcun pentimento; anzi l'omicidio e' stato rivendicato con orgoglio e soddisfazione". Queste le motivazioni della Corte d’Assise di Bologna.
L’ omicidio
La vittima fu uccisa il 2 settembre 2019 e trovata morta carbonizzata il giorno seguente fra i resti di un casolare a Castello d'Argile nel Bolognese. La 32enne originaria del Marocco era residente a Ferrara. I periti del Tribunale avevano confermato che Chamekh, connazionale della vittima, soffre di disturbi psichiatrici, ma era probabilmente capace d'intendere e di volere nel momento del delitto, dunque capace di stare in giudizio.