Guerra Russia-Ucraina, Palermo accoglie i profughi ucraini

Cronaca

Raffaella Daino

Nel capoluogo a metà degli anni '90 arrivarono i figli delle vittime del disastro della centrale nucleare di Chernobyl nell'ambito di un progetto avviato dall'allora vigile del fuoco Pino Apprendi e dalla associazione Mutuo Soccorso che racconta la solidarietà siciliana a Sky TG24

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A metà degli anni '90 a Palermo arrivarono 1200 bambini dagli orfanotrofi di Ucraina e Bielorussia. Erano i figli delle vittime del disastro della centrale nucleare di Chernobyl. Vennero accolti in affido temporaneo o adottati da decine di famiglie siciliane che offrirono ospitalità nell'ambito di un progetto avviato dall'allora vigile del fuoco Pino Apprendi e dalla associazione Mutuo Soccorso.

 

"L'idea iniziale - dice Apprendi, che oggi si occupa dei diritti dei detenuti con l'associazione Antigone -  fu quella di dare un po' di conforto e cure ai figli dei tanti pompieri che morirono a Chernobyl,  alcuni durante le operazioni di spegnimento del reattore, molti altri negli anni seguenti, per le conseguenze legate all'esposizione alle radiazioni. I medici consigliavano ai bambini di trascorrere lunghi periodi al mare per respirare aria pulita. Poi il progetto si è esteso ai tanti bambini che vivevano in condizioni di povertà e privazione negli orfanotrofi di tutta l'Ucraina e la Bielorussia. Andammo a trovarli, raccogliemmo fondi per loro,  e tra le altre iniziative organizzammo una partita di calcio con i vigili del fuoco della Dinamo Kiev, facemmo il possibile per aiutare quei bambini sfortunati che per noi diventarono figli".  

 

"Moltissime famiglie - continua Apprendi - si fecero avanti, anche io e mia moglie prendemmo in affido due gemellini, avevano 6 anni,  rimasero con noi 15 anni scegliendo poi di tornare a Kiev una volta maggiorenni. La ragazza purtoppo non c'è più.  Stiamo cercando di metterci in contatto con il fratello e la sua famiglia per aiutarli a mettersi in salvo, per tornare ad ospitarli. Tante persone mi stanno scrivendo per offrire la loro disponibilità.  Questa guerra sembra aver riacceso la solidarietà perduta sulla questione immigrazione.  Anche chi fino a poco tempo fa diceva che i migranti vanno lasciati in mare oggi sostiene che i profughi vanno accolti. Strana questa solidarietà a intermittenza..." 

 

Molti dei bambini arrivati a Palermo negli anni '90 sono rimasti qui. Stassia Nikitsina oggi ha 32 anni, è un medico,  la incontriamo all'ospedale Buccheri La Ferla dove lavora come ginecologa. "Io sono stata fortunata. Palermo mi ha accolta e mi ha dato una possibilità e ora voglio rendermi utile e aiutare come posso. E' terribile vedere quelle lunghe file di donne, molte incinte, con bambini, anche piccolissimi, marciare per km per tentare di salvarsi, con i mariti che hanno dovuto lasciare in un paese in guerra. Ci stiamo adoperando per fare il possibile per dare una mano, raccogliendo farmaci e vestiti."

 

Ai Cantieri culturali della Zisa incontriamo Diana Cracolici, 24 anni, adottata da una famiglia palermitana, studia scenografia all'Accademia di Belle Arti.

"Palermo mi ha dato una nuova vita, qui sono felice. Ma la guerra fa paura. La guerra è sempre un errore.  La pace è l'unica via. Con altri ragazzi abbiamo formato la City Squad palermitana di Lux Europae, un movimento giovanile che si propone di rafforzare la cultura europea promuovendo un’integrazione degli stati membri in una nazione federale. Vediamo l’aggressione alla libera autodeterminazione del popolo ucraino, attuata con proposti del tutto imperialisti, come un attacco al nostro stesso popolo."

 

"Per questo il 12 Marzo scenderemo in piazza con precisi obbiettivi:  in solidarietà con il popolo Ucraino e supporto del movimento russo anti-Putin, per una Europa aperta all'Ucraina, per raccogliere fondi e beni di prima necessità da donare all'Ucraina, per la pace. "

 

La protesta e la solidarietà.

 

 

 

 

 

 

 

 

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