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Crisi Ucraina, Draghi: "Soprusi e prevaricazioni non devono essere tollerati"

Cronaca

In occasione della cerimonia di apertura dell'Incontro dei Vescovi e Sindaci del Mediterraneo, il presidente del Consiglio è intervenuto brevemente su quanto sta succedendo a Kiev: "In momenti di crisi dobbiamo difendere ancora di più i valori in cui crediamo". Nell'intervento ha parlato anche della transizione ecologica che "presenta grandi opportunità" e dei giovani: "Si scontrano con un mercato del lavoro che li lascia ai margini"

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In occasione di un discorso alla cerimonia di apertura dell'Incontro dei sindaci e dei vescovi del Mediterraneo, il presidente del Consiglio Mario Draghi è tornato su quanto sta accadendo in Europa orientale: "In momenti di crisi dobbiamo ancor più difendere i valori in cui crediamo e che ci guidano. La convivenza, la fratellanza, la tolleranza che celebriamo in questo incontro devono realizzarsi anche oltre i confini della regione in cui viviamo. Gli eventi in Ucraina ci portano a ribadire che le prevaricazioni e i soprusi non devono essere tollerati" (CRISI UCRAINA - LE ULTIME NOTIZIE).

 

"Transizione ecologica grande opportunità"

Il presidente del Consiglio si è riferito all’Ucraina parlando più in generale dell'importanza di preservare la pace e delle sfide del Mediterraneo: nuove generazioni, tutela dell’ambiente e immigrazione. “L'emergenza climatica ci impone di accelerare nella transizione ecologica, in modo rapido ma sostenibile per cittadini e imprese. Dobbiamo aiutare in particolare i più deboli a sostenerne i costi", ha detto Draghi sottolineando che "la transizione ecologica presenta grandi opportunità per chi ha il coraggio di investire. I Paesi del Mediterraneo devono coglierle - per proteggere il pianeta e avviare i giovani verso le professioni del futuro".

"Bisogna occuparsi delle nuove generazioni"

Il presidente del Consiglio ha poi detto che “tutti i giovani hanno la legittima aspirazione di realizzare a pieno il proprio potenziale. Tuttavia, si scontrano con un mercato del lavoro che li lascia spesso ai margini. Il tasso di disoccupazione giovanile nella regione [del Mediterraneo] è il più alto al mondo e in alcuni Paesi supera il 40% per le ragazze". E ancora: "Occuparsi del Mediterraneo, vuol dire prima di tutto occuparsi delle nuove generazioni. Investire nella scuola, nella formazione e creare le condizioni per investimenti e posti di lavoro", ha aggiunto. "Oltre alle scarse opportunità lavorative anche l'instabilità politica contribuisce a indurre decine di migliaia, centinaia di migliaia di persone, tra cui molti giovani, a emigrare non solo per opportunità, ma soprattutto per necessità. Un fenomeno che attualmente porta con sé enormi rischi per chi arriva in Europa dal Nord Africa o dai Balcani. E che al momento rappresenta un problema per i Paesi di origine, che perdono energie vitali, e per i Paesi di arrivo, che spesso faticano a integrare i nuovi arrivi, ad accoglierli con dignità".

"Serve gestione condivisa delle migrazioni"

Draghi ha quindi proseguito parlando di immigrazione: "Più volte in passato ho ribadito l'importanza di una gestione condivisa, equilibrata e umana delle migrazioni. Condivisa perché, senza un'assunzione di responsabilità collettiva, l'azione europea non potrà mai essere giusta ed efficace. Equilibrata, perché non basta contrastare i flussi illegali, ma serve curare con attenzione l'accoglienza. E umana, perché non possiamo essere indifferenti rispetto alle sofferenze dei migranti". Secondo Draghi, “la stabilità e la pace si organizzano nelle istituzioni, ma si costruiscono nelle città perchè è lì il contrasto quotidiano alle diseguaglianze, all'odio e all'ignoranza. Penso alle politiche di integrazione e vicinato, agli investimenti infrastrutturali: tutti processi che favoriscono la crescita e lo sviluppo". "Alcuni progetti incidono direttamente sulla vita nelle città: migliorano la qualità delle abitazioni, programmano lo sviluppo urbano, favoriscono la costruzione di nuove infrastrutture. Altri contribuiscono a tutelare la natura e la biodiversità, come i progetti di conservazione finanziati dall'Unione europea, anche grazie alla collaborazione tra università e centri di ricerca. Le autorità civili e religiose hanno un ruolo fondamentale nel coltivare un senso di responsabilità diffuso senza il quale questi progetti non possono avere successo. Per affrontare, nel breve e nel lungo termine, i problemi e le vulnerabilità del Mediterraneo", ha aggiunto.

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