Omicidio Nada Cella, sequestrato scooter di 25 anni fa all’indagata: si attendono analisi

Cronaca
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La giovane fu uccisa nel 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco, dove lavorava come segretaria. A fare riaprire il caso è stata la criminologa Antonella Pesce Delfino. Indagata Annalucia Cecere, ex insegnante che secondo gli inquirenti avrebbe ucciso per gelosia e per prendere il suo posto di lavoro. Indagati anche il commercialista Marco Soracco e l'anziana madre di lui per false dichiarazioni al pm

Un nuovo dettaglio si aggiunge alla storia dell’inchiesta sull'omicidio di Nada Cella, la giovane uccisa nel 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco, dove lavorava come segretaria a Chiavari. La svolta nelle indagini sta in un motorino, appartenente ad Annalucia Cecere, l'ex insegnante indagata per l’omicidio aggravato della giovane. La polizia scientifica effettuerà il luminol e altre analisi tecniche sul mezzo custodito in un autosoccorso di Cuneo dopo che gli investigatori della squadra mobile di Genova lo avevano sequestrato questa estate. La donna lo avrebbe portato da Chiavari a Boves, in provincia di Cuneo, e lo teneva in un box. Oltre a Cecere sono indagati il commercialista Soracco e l'anziana madre di lui. Questi due sono accusati di false dichiarazioni al pm per avere mentito sui reali rapporti tra il professionista e l'ex insegnante. Il caso è stato riaperto questa estate dopo 25 anni grazie alla criminologa Antonella Pesce Delfino.

La testimonianza

Tra gli elementi non presi inizialmente in considerazione anche la testimonianza di una donna raccolta nei giorni successivi al delitto. La donna aveva raccontato di aver visto Cecere che, proprio la mattina della morte di Nada, andava via sul suo motorino sotto lo studio di Soracco. Per gli investigatori, coordinati dal procuratore Francesco Pinto e dal sostituto Gabriella Dotto, sul veicolo potrebbero esserci ancora tracce di sangue e di Dna, nel caso in cui l'ex insegnante avesse ucciso Cella. Intanto la Procura ha incaricato il genetista Emiliano Giardina, il professore che svolse le perizie nel caso di Yara Gambirasio, di estrarre e comparare il Dna trovato in vari reperti.

Il “cold case” di 25 anni fa

A fare riaprire il caso è stata la criminologa Antonella Pesce Delfino, insieme all'avvocata Sabrina Franzone, che ha riletto gli atti della vecchia indagine scoprendo particolari sottovalutati ed errori nelle indagini iniziali. Tra gli elementi non presi inizialmente in considerazione anche alcuni bottoni trovati all'epoca in casa dell'indagata, uguali a uno trovato sotto il corpo di Cella. Tra le carte la criminologa ha trovato una vecchia intercettazione in cui Cecere diceva a Soracco di "non riuscire a togliersi di mente quella scena". Per cercare di risolvere il caso gli inquirenti hanno risentito decine di testimoni, ma anche gli investigatori dell'epoca. Tra gli atti ci sono alcune chiamate di questa estate in cui Cecere avrebbe minacciato la criminologa. L'ex insegnante era stata indagata quasi subito nel 1996, ma nel giro di due settimane la sua posizione era stata archiviata. Per gli inquirenti Cecere avrebbe ucciso per gelosia nei confronti di Soracco e per prendere il posto di Cella al lavoro.

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