Perugia, convalidato il fermo della madre del bimbo ucciso a coltellate

Cronaca

Il giudice ha disposto per la donna la custodia cautelare in carcere. Sono considerati "numerosi e significativi" gli elementi d'accusa raccolti nei confronti della 44enne ungherese. Secondo il padre del piccolo "la madre aveva anche minacciato di dare fuoco al bambino"

Convalidato dal gip di Perugia il fermo per omicidio volontario aggravato della madre del bambino di due anni morto a Città della Pieve. Il giudice ha disposto per la donna la custodia cautelare in carcere. Sono considerati "numerosi e significativi" gli elementi d'accusa raccolti nei confronti della 44enne ungherese. Secondo gli inquirenti "la mole degli indizi raccolti" propende per una presunta responsabilità della madre del piccolo, la quale sarebbe l'unica ad aver trascorso le ore antecedenti all'evento delittuoso con il piccolo.

Le motivazioni

"Le modalità e le circostanze dei fatti-reato, la loro gravità, la violenza e la spregiudicatezza nella commissione, la messa in scena, la preparazione di una giustificazione prima ancora di commettere il reato denotano una davvero spiccata pericolosità sociale": il gip di Perugia ha motivato così la convalida del fermo di Katalina Erzsebet Bradacs per l'omicidio aggravato del figlio di due anni venerdì a Po' Bandino di Città della Pieve. Delitto ancor con un movente "inspiegabile" per gli inquirenti. Nell'articolato provvedimento con il quale e' stata disposta la custodia cautelare in carcere per la donna, si sottolineano tra l'altro le "molteplici" ferite da taglio che ricoprono "quasi l'intero torace del bambino", due delle quali ritenute verosimilmente letali, una in pieno petto, in corrispondenza del cuore e l'altra sul collo.

La donna si proclama innocente

L'udienza di convalida si è svolta questa mattina da remoto con il pm Manuela Comodi e il gip, Angela Avila, collegate on line con la stanza del carcere di Capanne dove era presente Katalin Erzsebet Bradics con il suo legale. L'avvocato Renzoni ha detto di aver trovato la sua assistita ancora "molto confusa e sotto choc" anche se ha "ribadito di non essere l'autrice dell'omicidio" e che aveva intenzione di riportare il bambino al padre una volta tornata in Ungheria. La donna ha chiesto al suo difensore del figlio ed è stata informata sull'esame autoptico che si svolgerà nel pomeriggio.

Il sopralluogo dei carabinieri nel casolare abbandonato e disabitato non lontano dal negozio che hanno setacciato anche l area adiacente  di Po  Bandino, frazione di Città della Pieve, 2 ottobre 2021.
ANSA/ GIANLUIGI BASILIETTI

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Le parole del padre del bimbo

"Ha rapito il mio Alex il giorno in cui avrebbe dovuto consegnarmelo perché il tribunale lo aveva affidato a me. È scappata in Italia e lo ha ucciso e poi ha confessato di averlo ammazzato in un messaggio a un amico. Lui mi ha chiamato ed è andato subito alla polizia ungherese, ma era già troppo tardi": a dirlo il padre del bambino di due anni morto a Città della Pieve. A riportare le sue parole sono il Corriere dell'Umbria e La Nazione. "Katalin (la donna) gli ha anche mandato una foto del bimbo pieno di sangue e ha scritto adesso non sarà più di nessuno" ha aggiunto. Il padre del piccolo ha spiegato che il 22 settembre era "andato a casa ma lei non c'era più". "Ho pensato che poteva essere venuta in Italia - ha proseguito - perché aveva vissuto lì e aveva avuto un primo figlio lì". Secondo il padre del piccolo "la madre aveva anche minacciato di dare fuoco al bambino e nonostante ciò non hanno fatto nulla. Tutti vedevano come non fosse assolutamente adatta a crescere un figlio e ciononostante non gli è stato tolto".

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