Il giovane si trovava con il padre e il fratello che hanno dato l’allarme. Mostrava una frattura al braccio e ferite al volto e in altre parti del corpo, ma nessuna lesione che richiedesse l’impiego della barella spinale
È stato salvato lo speleologo 22enne di Roveredo in Piano (nel Pordenonese) rimasto per tutta la notte ferito all'interno della grotta Buca Mongana a 2mila metri di quota e meno 20 metri di profondità poco lontano da Forcella Lodina, sulle Prealpi Carniche. Il giovane era sceso in grotta insieme al padre e al fratello. Sono stati proprio loro a dare l'allarme.
Le operazioni di salvataggio
Il ragazzo è stato issato all'esterno della cavità poco prima delle 2 della scorsa notte. Mostrava una frattura al braccio e ferite al volto e in altre parti del corpo ma nessuna lesione che richiedesse l’impiego della barella spinale. Fino alle 6 di questa mattina è stato tenuto al riparo dalla pioggia, a cinque metri dall'uscita. Come hanno spiegato i tecnici del Cnsas Fvg, il Soccorso alpino e speleologico del Friuli Venezia Giulia, la grotta si è rivelata più complessa del previsto perché costituita da una serie di pozzi, l'ultimo dei quali, in alto, molto franoso.
La posizione del giovane ferito
Il giovane ferito si trovava a quota 2mila metri, ma sette metri sotto la strettoia e non poteva essere spostato perché non c'era spazio sufficiente all'interno. Complessivamente, ha spiegato sempre il Cnsas, hanno preso parte all'operazione una quarantina di tecnici del Soccorso Alpino tra cui diversi provenienti da altre regioni Lombardia, Trentino, Umbria e Lazio, non tutti però impiegati nelle operazioni che hanno avuto l'esito positivo prima del previsto.