Secondo il procuratore nazionale antimafia occorre prestare attenzione all'utilizzo dei fondi previsti per i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Poi avverte: le organizzazioni criminali "hanno prestato grande attenzione ai soggetti economici più deboli " e cercano "consenso sociale". E spiega che per quanto riguarda gli estremismi c'è "un grande minitoraggio sul web". Sul tema immigrazione: "È un problema quando avviene in modo clandestino. Il rischio maggiore è quello del terrorismo"
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, noto anche come Recovery plan, è un "boccone ghiotto per le mafie" e per questo occorre "prestare attenzione su appalti e società" dei progetti previsti con i fondi europei stanziati per la ripartenza dopo l'emergenza Covid. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, ospite a Buongiorno su Sky TG24.
"Attenzione rivolta agli appalti e alle società che cambiano volto"
Commentando il rischio di un “attacco” da parte delle mafie al Pnnr, Cafiero De Raho ha spiegato che “c’è un monitoraggio estesissimo, ogni giorno operazioni e arresti lo dimostrano. Sono stati creati tavoli tecnici fin dal marzo 2020 proiettati sul momento attuale proprio per impedire alle mafie di poter divorare anche una minima parte di questo ghiotto boccone che è il piano di resilienza e ripresa. I controlli sono severissimi, lo stesso meccanismo delle segnalazioni per operazioni sospette che riguarda le transazioni sono passate dal 2020 da 100mila a 110mila e nei primi mesi del 2021 sono ancora aumentate. Il che dimostra il monitoraggio assoluto che viene fatto su tutte le transazioni”. “La prima attenzione è rivolta agli appalti e ancor prima alle società che cambiano volto - continua - a quelle società che evidenziano variazioni societarie. Le mafie si infiltrano attraverso acquisizioni di questo tipo, utilizzando strumenti tradizionalmente presenti sul mercato. Naturalmente poi, via via che ci sarà una partecipazioni agli appalti vi sarà una grandissima attenzione sui soggetti che parteciperanno e sulle verifiche che faranno i procuratori e le forze di polizia con la consultazione delle banche dati”.
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"Mafie puntano a soggetti deboli e cercano consenso sociale"
“Le mafie hanno prestato grande attenzione ai soggetti economici più deboli e in alcuni casi hanno preso anche accordi per poter entrare in quelle attività economiche - spiega Cafiero De Raho - Sono stati consumati reati di usura. E poi gli affari tentati, con l'importazione di dispositivi di protezione individuale o altre necessità che il Covid ha determinato, con acquisti dall'estero, dalla Cina o da altri Paesi anche attraverso l'intervento di società costituite al di fuori dell’Europa, per rendere ancora più difficili i controlli. Numerose transazioni di questo tipo sono state rilevate anche grazie alla combinata azione dell'agenzia delle dogane e della Guardia di Finanza”. “Il consenso sociale viene acquisito dalle mafie dando sostegno alle famiglie più bisognose, che soffrono un disagio sociale - aggiunge il procuratore – Nei quartieri più poveri questa azione è stata fortemente sviluppata ma anche rilevata e contrastata. Le associazioni di volontariato, della Chiesa, hanno avuto un grande dinamismo che ha consentito di impedire quella moltiplicazione del consenso sociale alla base del reclutamento e delle coperture che le mafie godono nei quartieri più poveri”.
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"Crimine usa il web, intercettazioni a rischio col 5G"
Sull'operazione della Digos che ha consentito di scoprire un'organizzazione che puntava a riformare il fascismo, Cafiero De Raho ha sottolineato che per quanto riguarda gli estremismi c'è un "grande il monitoraggio sul web, lo strumento di comunicazione sul quale bisognerebbe avere maggiore sensibilità. È importante che sia controllato, che ci sia un maggiore accesso ai dati digitali in quanto oggi il crimine organizzato mafioso e terroristico utilizza il web come strumento di comunicazione. La Digos, la direzione centrale della Polizia di Prevenzione, la polizia postale che hanno lo specifico compito di controllare la Rete, esercitano un controllo amplissimo”. “Il 5G renderà ancora più difficili le intercettazioni - spiega Cafiero De Raho - e a meno che non si riesca ad arrivare a un accordo con i prestatori dei servizi si proietta una difficoltà investigativa insuperabile, a meno che non intervenga una norma a livello europeo per consentire la sicurezza dei Paesi. Molto spesso vengono utilizzati canali di comunicazione criptati, così come avvenuto per alcune chat che riguardavano la ‘Ndrangheta, Cosa Nostra, che hanno determinato la ricostruzione di traffici criminosi disseminati sull’intero globo”.
“Gruppi eversivi infiltrati nelle manifestazioni contro il governo”
“Nel corso delle manifestazioni pubbliche violente, che tendevano a criticare le misure del governo, vi erano soggetti, gruppi che le strumentalizzavano per obiettivi diversi - ha detto ancora il procuratore - I gruppi eversivi della destra e della sinistra violenta, ma anche i gruppi anarco-insurrezionalisti si sono infiltrati via via in quelle manifestazioni per sostenere il dissenso e dare ampio scopo alle manifestazioni violente. Le armi trovate lo dimostrano, armi da fuoco, bastoni ferrati e strumenti di lotta corpo a corpo".
“Rischio terrorismo, maggior pericolo dal canale Tunisia”
Sul tema dell’immigrazione e commentando la visita della ministra Luciana Lamorgese in Tunisia, Cafiero De Raho spiega poi che “è un problema quando avviene in modo clandestino, così come sta avvenendo in questi ultimi tempi e soprattutto il rischio maggiore è quello del terrorismo”. E aggiunge che “proprio il canale che viene dalla Tunisia è quello che determina il maggior pericolo sotto questo profilo. Non dimentichiamo che il protagonista dei fatti di Nizza, nel novembre 2020, era un soggetto sbarcato sulle coste agrigentine che proveniva dalla Tunisia con la quale abbiamo però un rapporto costante, attraverso il quale il monitoraggio e il rilevamento comune del rischio terrorismo è portato avanti con una condivisione dei dati”. “Il problema immigrazione in questo caso si accompagna al maggior rischio di rientro di foreign fighters che ancora esiste - precisa - il numero era altissimo e una minima parte è rientrata. Si attende il rientro di altri, eventualmente”.
“Evitare l’infiltrazione delle mafie nell’economia”
“Le mafie - ha detto ancora Cafiero De Raho - innalzano via via il livello di infiltrazione nell’economia determinando un inquinamento profondo, ed è quel che bisogna evitare in un momento come questo dove la priorità deve essere data alla ripresa del Paese. Una disattenzione su questo fronte determina una ulteriore crescita perché laddove c’è indifferenza, le mafie si sentono legittimate a proseguire nella loro strategia di infiltrazione nell'economia”. “Dal punto di vista legislativo c’è stato qualche problema - spiega il procuratore - innanzitutto con la stessa legge di attuazione della operatività del procuratore europeo laddove non è stato previsto un coordinamento con il circuito giudiziario antimafia che determina problematiche di condivisione e di perfetta descrizione dei campi di operatività. Un accordo sarà firmato da me con il procuratore europeo tra qualche giorno”. “In questo momento - conclude - un’attenzione specifica che emerge anche dagli atti legislativi non c’è ma il presidente Draghi, quando era ancora governatore della Banca d’Italia, disse che le mafie costituiscono la zavorra del sud e sono il motivo dell'arretratezza del sud. Una sensibilità che si riversa nell’ambito della spinta che hanno i vari ministeri che sovrintendono la sicurezza a costituire protocolli e altre attività. Quindi, se dal punto di vista legislativo non emerge, è anche vero che dal punto di vista operativo vi è invece una grande attenzione”.