Il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco e componente del Cts chiude la questione della raccomandazione del ministero della Salute sul prolungamento dei tempi del richiamo a 42 giorni anziché 21: "Non è un suggerimento ma un'indicazione riportata sul bugiardino. L'efficacia rimane"
“Non sono le industrie farmaceutiche a dettare le regole ma gli enti regolatori, e gli studi hanno mostrato che potrarre la dose fino al 42esimo mantiene l’efficacia della protezione dalla malattia” (VIDEO). Lo ha detto il presidente dell’agenzia italiana del farmaco (Aifa), Giorgio Palù, intervenuto a Sky TG24 sulla questione della raccomandazione del ministero di Salute per la somministrazione della seconda dose del vaccino Pfizer a 42 giorni anziché a 21. "Con un semplice ritardo di 2-3 settimane possiamo coprire 3 milioni di persone a rischio", ha sottolineato Palù. La raccomandazione "non è un suggerimento", afferma il presidente dell'Aifa, "l'Ema ha introdotto questa indicazione on label, cioè riportata sul cosiddetto bugiardino" (VIDEO - AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE).
"Decisioni prese osservando risultati sul campo"
"Le decisioni" sulla seconda dose, ha spiegato Palù, "vengono prese anche sulla base dei risultati osservati sul campo, soprattutto nel Regno Unito, su decine di milioni di persone e quindi non limitati agli studi di validazione su poche decine di migliaia di casi". E le somministrazioni in alcuni aesi hanno mostrato "che spostando la seconda dose fino a 42 giorni la protezione dalla malattia che resta alta, fino al 70%, e viene mantenuta la capacità degli anticorpi di riconoscere il virus". E sulla questione Palù ha concluso: "Chi riceverà la seconda dose a 42 giorni non si deve preoccupare, assolutamente".